S.Anna - Una cappella secolare scomparsa
Durante i bombardamenti alleati del 22 giugno 1944, all’alba, sei caccia bombardieri alleati sbucarono improvvisamente dalla selva di cipressi che ornano la collina della selve, puntarono il “muso” contro il ponte e sganciarono due bombe ciascuno da 500 chilogrammi di tritolo, nel tentativo di distruggere il ponte di Ponte a Signa.
(D.Benelli, Un ponte fra due castelli, Edizioni Masso delle Fate, Signa, 2003)
A sera si contarono undici incursioni micidiali, dell’abitato non rimaneva che un enorme cumulo di macerie ( compresa la casa di chi scrive).
A sera si contarono undici incursioni micidiali, dell’abitato non rimaneva che un enorme cumulo di macerie ( compresa la casa di chi scrive).
I bombardieri alleati non riuscirono mai a colpire il ponte e distruggerlo, per impedire la ritirata dell’esercito nazista.
Vi riuscirono invece i tedeschi minandolo, ma solo dopo che loro vi erano passati, creando cosi un ostacolo all’avanzata dell’armata inglese, che lo
Vi riuscirono invece i tedeschi minandolo, ma solo dopo che loro vi erano passati, creando cosi un ostacolo all’avanzata dell’armata inglese, che lo
superò solo il quattro settembre, liberando Signa.
Una delle prime bombe cadde nelle immediate vicinanze del ponte, località il Crocifisso, e colpì l’ antica cappella.
Una delle prime bombe cadde nelle immediate vicinanze del ponte, località il Crocifisso, e colpì l’ antica cappella.
(Si racconta che anticamente in quel luogo la Beata Giovanna sostasse a pregare, e vi fossero avvenuti dei miracoli.)
All’indomani della liberazione,la cappella fu ricostruito da una cooperativa, dove avevano trovato lavoro diversi muratori e manovali.
I fermenti politici in quel momento storico erano molto forti e la scelta di quella ricostruzione avvenne in un momento ricco di contraddizioni...
Al termine dei lavori, giunto il momento di inaugurarla, il presidente della cooperativa inviò un messo dal preposto di San Martino a Gangalandi per fare benedire la cappella, ma ne ebbe un netto rifiuto.
All’indomani della liberazione,la cappella fu ricostruito da una cooperativa, dove avevano trovato lavoro diversi muratori e manovali.
I fermenti politici in quel momento storico erano molto forti e la scelta di quella ricostruzione avvenne in un momento ricco di contraddizioni...
Al termine dei lavori, giunto il momento di inaugurarla, il presidente della cooperativa inviò un messo dal preposto di San Martino a Gangalandi per fare benedire la cappella, ma ne ebbe un netto rifiuto.
Don Gino dichiarò che lui non avrebbe mai benedetto un lavoro fatto dai comunisti.
Nella cooperativa si discusse se lasciare l’edificio com’era, o recuperare il materiale edile per altre costruzioni. (Si recuperava materiale dalle macerie per nuove costruzioni.)
Per fortuna intervenne il Comune di Lastra a Signa, dopo che fu presa la decisione di costruire il nuovo ponte a pochi metri dalla cappella.
Per fortuna intervenne il Comune di Lastra a Signa, dopo che fu presa la decisione di costruire il nuovo ponte a pochi metri dalla cappella.
Visto che la curia non era interessata a quell’edificio e la costruzione impegnava con un “fronte” parte della strada creando una strettoia, fu deciso di allargarla, abbattendo l’edificio.
Fu cosi posto fine alla questione.
Fu cosi posto fine alla questione.
Un nuovo luogo di culto, una chiesetta intitolata anch’essa a S. Anna, fu costruita poco dopo, in un quartiere di Ponte a Signa denominato “il ghettino” andato distrutto dai bombardamenti; fu costruita anche una via retrostante, intitolata ai Martiri del Popolo.
Franco Terreni
Bibliografia : Danilo Benelli - Un ponte fra due Castelli -
Carte Topografiche -Tozzi Franco
Testimonianze orali: Monco Renzo
Foto: Franco Terreni
Data ultima modifica:
01 settembre 2018