5 Dicembre 1529, l'assedio
Nell’Ottobre 1529 Carlo V, rispettando gli accordi di pace fatti con Papa Clemente VII, pone sotto assedio Firenze per riportare i Medici al potere.
All’inizio si fronteggiano due eserciti numericamente alla pari.
Gli assalitori per, nei primi mesi del 1530 ricevono numerosi rinforzi.
Comandante in Firenze dell’esercito è inizialmente Ercole d’Este, quasi subito sostituito da Malatesta Baglioni.
All’esterno comanda Francesco Ferrucci, che cura gli approvvigionamenti alla città assediata e riconquista a Firenze , con pochi uomini, S.Miniato e Volterra.
Si adopera anche per cercare di ricostituire nuove milizie.
Il borgo di Lastra, posto sul versante empolese dal quale giungono viveri, diviene un punto strategico cui far affluire e smistare per vie traverse, i rifornimenti alla città assediata.
E’ riportato dallo storico Paolo Giovio che proprio il Ferrucci avrebbe fatto inviare tre compagnie di fanti, (trecento uomini), per evitare che i nemici s’impadronissero del castello.
I soldati arrivati sul posto con scarse provviste al seguito e trovandovi ben poco, si disperdono in parte nella campagna, per procurarsi subito qualcosa.
Gli spagnoli che si erano accorti di quel movimento di soldati, e gli andavano dietro, attaccano prontamente.
I fiorentini fanno appena in tempo a chiudersi al riparo entro le mura; ma si organizzano e riescono a respingere un primo assalto “con le scale alle muraglie”, come dice Bernardo Segni nelle “Storie Fiorentine”.
Gli assedianti chiedono rinforzi al principe d’Oranges, che invia cannoni e Lanzichenecchi celermente.
L’artiglieria permette presto di aprire una breccia nella parte alta del borgo, nella quale irrompono i tedeschi, …”tagliando a pezzi i soldati e i terrazzani”, riporta ancora il Segni, nonostante un tentativo di trattare la resa da parte dei difensori.
Seguirà l’incendio e il saccheggio.
Gli aiuti agli assediati giungono invece tardi, quando il massacro è compiuto.
Bernardo Varchi nella “Storia fiorentina” incolpa di questo Pasquino Corso che li comandava, e che indugiando troppo prima di muoversi,.. ….”già s’intendeva in spirito con Malatesta”….
Il Giovio a proposito dei rinforzi cita invece altri nomi di comandanti.
Ne descrive poi la precipitosa fuga verso Montelupo, a piedi e a cavallo, quando sono avvistati e immediatamente attaccati, a Ponte a Signa, dagli spagnoli.
Per tornare a Prato, da dove provenivano, saranno costretti ad attraversare l’Arno in barca.
La caduta di Lastra non ha rilevanza militare, ma certo rappresenta un ulteriore colpo al morale dei difensori di Firenze, anche se alcuni giorni dopo il Ferrucci, presso Palaia, vendicò la strage.
La difesa del borgo poi, per quanto riportato, appare intempestiva e mal condotta dai fiorentini.
L’assedio di Firenze si concluderà il 12 Agosto 1530, nove giorni dopo la sconfitta di Gavinana.
Poche decine d’anni sono trascorsi dai fatti sopra descritti , quando il pittore e architetto Giorgio Vasari, illustrando a Cosimo I le decorazioni effettuate in Palazzo Vecchio, avrà modo di tornare su questa vicenda.
Riporta dunque lo stesso Vasari, nei “Ragionamenti”…
Cosimo.…..”ma ditemi, che castello è quello, che in questo canto, ch’io veggo ardere e combattere in questa storia?
Vasari “Questo è il castello della Lastra vicino al ponte a Signa in la riva d’Arno, il quale, come sapete, fu preso da Oranges: v’era dentro tre insegne di fanteria, le quali non potevano aver soccorso così a un tratto di Firenze”.
Cosimo “Sapevo che Orange andò a questa espugnazione con quattrocento cavalli, e millecinquecento fanti, e quattro pezzi d’artiglieria”.……..
La restaurazione Medicea conseguente alla caduta della seconda Repubblica fiorentina nel 1530, ha portato alla fondazione di un principato che sarà espressione di grandi momenti artistici e culturali;
ma per Firenze segnerà anche la perdita definitiva di ogni autonomia politica.