Malmantile e il castello in letteratura
Il castello diverrà suggerimento e teatro del poema eroicomico di Lorenzo Lippi “Il Malmantile racquistato”.
Una continuazione di quest’opera è “Celidora ovvero il governo di Malmantile”.
Fu pubblicato in ottave nel 1734 col nome anagrammato di Ardano Ascetti, da Andrea Casotti di Prato, che fu padre domenicano.
Anche Carlo Goldoni ricorderà Malmantile scrivendo il libretto “Il mercato di Malmantile”, dramma giocoso per musica rappresentato a Venezia nel 1758;
Domenico Cimarosa trarrà spunto da questo per l’opera ” La vanità delusa “ o “Il mercato di Malmantile”, con “prima” a Firenze nel 1784.
Sempre a proposito del “Mercato di Malmantile”, visto al teatro Carignano di Torino nel 1762, ebbe a scrivere Vittorio Alfieri:
……… Nelle vacanze di quest'anno di Filosofia, andai per la prima volta al teatro dell'opera buffa, per un favore che mi volle fare lo zio architetto, di farmi dormire perciò una notte da lui: che non si potea combinare quel teatro, con le severe regole della nostra Accademia, che volea ch'alle otto al più tardi ciascuno rientrasse; e nessun altro teatro permetteva che il Regio nel carnovale, di opera seria, dove andavamo in corpo.
Quella musica, ed era il Mercato di Malmantile, cantata dai migliori buffi d'Italia, i Caratoli, e Baglioni ecc. mi lasciò una così profonda impressione, e per così dire come un solco d'armonia nella mente, e in ogni più ascosa fibra, che per più settimane rimasi in una malinconia straordinaria, e in una totale svogliatezza di ogni studio;
ma col capo ripieno di fantastiche idee.
E quella fu la prima volta, ch'io veramente osservai quell'effetto, perché fu assai maggiore;
ma ricordandomi poi dell'effetto dell'opera seria anche le poche volte che l'avea vista, e paragonandone in tutto il rimanente della mia vita gli effetti a quelli che tuttora provo quando risento la musica, dopo alcun intervallo di esserne stato privo, trovo sempre, che non vi è il più possente agitatore del mio animo; né cosa che mi commova più affetti, né che mi desti più idee: e quasi tutte le mie tragedie, le ho ideate, o nell'atto di sentir musica, o poco tempo dopo……
Infine nella “Leggenda Aurea”, raccolta di vite di santi di Jacopo da Varagine del XIII sec. e “ Lo specchio della vera penitenza” di Jacopo Passivanti del XIV sec. , troviamo altri riferimenti.
Si narra che sulla fine del quarto secolo, trovandosi in viaggio lungo la via Pisana per portarsi da Firenze a Roma, Ambrogio, vescovo di Milano, decise di far sosta in una locanda sulle colline fra l’Arno e la Pesa.
Qui è turbato dal proprietario, che compiacendosi della propria esistenza piena unicamente di cose positive, fa pensare al santo che solo il diavolo, presente in quel luogo, poteva aver reso possibile questo.
Ripreso allora immediatamente il viaggio, lanciò una maledizione : mala mantilia! (Cattiva tovaglia).
All’istante la terra si aprì, inghiottendo l'oste e i suoi averi.
“Nimia hospitis felicitate perterritus”, si legge nella cappella eretta dai fratelli Antinori nel 1732 sul posto che veniva indicato dalla tradizione come quello dell’evento.
Il nome Malmantile ha la particolarità di essere unico, ed è stato accostato a una deformazione delle parole di Ambrogio; ma potrebbe essere deformazione di toponimo più antico.
Data ultima modifica:
11 agosto 2018