Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)
LECCETO o LICCETO nel Val d’Arno sotto Firenze.
Convento che fu di frati Domenicani Gavotti cui spetta tutttora il locale con l’oratorio de’SS. Iacopo e Filippo, nel popolo di S. Martino a Gangalandi, Comunità e Giurisdizione della Lastra a Signa, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Siede presso la sommità dei poggi che stendonsi da quelli della Romola al Malmantile, una volta coperti di Lecci, da cui prese il nome cotesta località, situata circa 388 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo.
Era in origine un piccolo romitorio con chiesa dedicata a S. Maria, che la popolazione di Gangalandi con il consenso della Signoria di Firenze, nell’aprile del 1470, donò ai frati di S. Marco di Firenze dell’ordine dei Predicatori con l’obbligo di un annuo tributo alla loro comunità, consistente in una libbra di cera, a titolo di ricognizione di dominio.
Tanto il romitorio quanto la chiesa furono ampliati e riedificati, fra il 1475 e 1478, per elargità di Filippo di Matteo
Strozzi, il quale possedeva costà vasta tenuta con la villa delle Selve; e lo stesso benefattore con atto di ultima volontà, rogato lì 14 maggio 1494, lasciò alla chiesa di S. Maria di Lecceto tante terre per il valore di 500 fiorini d’oro, a condizione di fare ogni anno la festa dei SS. Filippo e Iacopo, ai quali due apostoli nel 1587 fu consacrata la chiesa attuale.
Data ultima modifica:
11 agosto 2018
Lecceto (Malmantile)
LECCETO o LICCETO nel Val d’Arno sotto Firenze.
Convento che fu di frati Domenicani Gavotti cui spetta tutttora il locale con l’oratorio de’SS. Iacopo e Filippo, nel popolo di S. Martino a Gangalandi, Comunità e Giurisdizione della Lastra a Signa, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Siede presso la sommità dei poggi che stendonsi da quelli della Romola al Malmantile, una volta coperti di Lecci, da cui prese il nome cotesta località, situata circa 388 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo.
Era in origine un piccolo romitorio con chiesa dedicata a S. Maria, che la popolazione di Gangalandi con il consenso della Signoria di Firenze, nell’aprile del 1470, donò ai frati di S. Marco di Firenze dell’ordine dei Predicatori con l’obbligo di un annuo tributo alla loro comunità, consistente in una libbra di cera, a titolo di ricognizione di dominio.
Tanto il romitorio quanto la chiesa furono ampliati e riedificati, fra il 1475 e 1478, per elargità di Filippo di Matteo
Strozzi, il quale possedeva costà vasta tenuta con la villa delle Selve; e lo stesso benefattore con atto di ultima volontà, rogato lì 14 maggio 1494, lasciò alla chiesa di S. Maria di Lecceto tante terre per il valore di 500 fiorini d’oro, a condizione di fare ogni anno la festa dei SS. Filippo e Iacopo, ai quali due apostoli nel 1587 fu consacrata la chiesa attuale.
Data ultima modifica:
11 agosto 2018