Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)
Villa signorile con estesa tenuta presso la fabbrica delle porcellane, nella parrocchia di S. Romolo a Colonnata, Comunità, Giurisdizione e mezzo miglio a grecale del borgo di Sesto, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Questo palazzo di campagna assai bene spartito e per comoda abitazione signorile modestamente ornato, non offre cosa degna di osservazione, eccetto un fresco della cappella fatto dal celebre pittore Sabatelli.
Collocata in una favorevole situazione alle falde del monte Morello, e circa 220 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo, questa villa presenta una estesa visuale sopra la deliziosa valle dell’Arno fiorentino, e la città sua regina.
La villa di Doccia però è molto ragguardevole, se si contempla relativamente ai suoi annessi.
Il marchese Carlo Leopoldo Ginori attual proprietario, nel 1816, e 1817 di carestia deplorabile, per dar sostentamento alla numerosa desolata vicina popolazione, fece recingere da muro per il giro di 5500 braccia un vasto spazio di terreno scosceso e sassoso, che ridusse con grave dispendio a delizioso parco.
Riunì e condusse dal vicino Monte Acuto e dalla valle del Rimaggio molte sorgenti d’acque per adornarlo, mediante acquedotti, ossia doccie murate per il cammino di 9400 braccia.
Le strade che danno accesso alla manifattura, alla villa, agli edifizi idraulici e al parco fino alla sommità del monte, là dove trovasi il sito solitario e romantico di Carmignanello, sono state costruite dallo stesso marchese Ginori.
Esse presentano uno sviluppo di braccia 18000, delle quali 13500 sono comprese nel parco sino a Carmignanello.
Vedere CARMIGNANELLO.
Sotto la villa di Doccia, nel 1833 è stato fabbricato un frantojo, o mulino da olio; costruzione tra le più estese e perfette di simil genere che esistono in Toscana.
Esso è corredato di vasti annessi per distendere le olive: in guisa che nel gennajo 1834 poté produrre in coacervato barili 30 di olio per ogni giorno (di ore 24).
I contorni della villa di Doccia meritano di essere visitati da chi ama di esaminare i resultamenti industriosi di un nobile privato, e di godere la veduta della capitale, di tutta la sua valle e di tutte le colline deliziose che la circondano.
Domamdando il permesso può ottenersi l’accesso nel parco, e percorrere il monte senza incomodo, a cavallo o in vettura leggera.
DOCCIA (VILLA GINORI DI) nel Val d’Arno fiorentino
Villa signorile con estesa tenuta presso la fabbrica delle porcellane, nella parrocchia di S. Romolo a Colonnata, Comunità, Giurisdizione e mezzo miglio a grecale del borgo di Sesto, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Questo palazzo di campagna assai bene spartito e per comoda abitazione signorile modestamente ornato, non offre cosa degna di osservazione, eccetto un fresco della cappella fatto dal celebre pittore Sabatelli.
Collocata in una favorevole situazione alle falde del monte Morello, e circa 220 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo, questa villa presenta una estesa visuale sopra la deliziosa valle dell’Arno fiorentino, e la città sua regina.
La villa di Doccia però è molto ragguardevole, se si contempla relativamente ai suoi annessi.
Il marchese Carlo Leopoldo Ginori attual proprietario, nel 1816, e 1817 di carestia deplorabile, per dar sostentamento alla numerosa desolata vicina popolazione, fece recingere da muro per il giro di 5500 braccia un vasto spazio di terreno scosceso e sassoso, che ridusse con grave dispendio a delizioso parco.
Riunì e condusse dal vicino Monte Acuto e dalla valle del Rimaggio molte sorgenti d’acque per adornarlo, mediante acquedotti, ossia doccie murate per il cammino di 9400 braccia.
Le strade che danno accesso alla manifattura, alla villa, agli edifizi idraulici e al parco fino alla sommità del monte, là dove trovasi il sito solitario e romantico di Carmignanello, sono state costruite dallo stesso marchese Ginori.
Esse presentano uno sviluppo di braccia 18000, delle quali 13500 sono comprese nel parco sino a Carmignanello.
Vedere CARMIGNANELLO.
Sotto la villa di Doccia, nel 1833 è stato fabbricato un frantojo, o mulino da olio; costruzione tra le più estese e perfette di simil genere che esistono in Toscana.
Esso è corredato di vasti annessi per distendere le olive: in guisa che nel gennajo 1834 poté produrre in coacervato barili 30 di olio per ogni giorno (di ore 24).
I contorni della villa di Doccia meritano di essere visitati da chi ama di esaminare i resultamenti industriosi di un nobile privato, e di godere la veduta della capitale, di tutta la sua valle e di tutte le colline deliziose che la circondano.
Domamdando il permesso può ottenersi l’accesso nel parco, e percorrere il monte senza incomodo, a cavallo o in vettura leggera.