Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)
LECORE nel Val d'Arno sotto Firenze.
Contrada dove furono tre parrocchie, da lunga età riunite in due, cioè S. Pietro di Lecore e S. Angelo in S. Biagio a Lecore, comprese tutte nel piviere, Comunità e intorno 2 miglia a settentrione di Signa, Giurisdizione di Campi, Diocesi e Compartimento di Firenze.
I possessi che la mensa vescovile di Firenze teneva in Lecore sono rammentati nella donazione fatta (ERRATA : circa l'anno 930) circa l’anno 963 o 964 dal vescovo Raimbaldo del giuspadronato della pieve di Signa con tutti i suoi diritti e possessioni a favore del capitolo della cattedrale fiorentina.
Della chiesa poi di S. Pietro di Lecore, come antica appartenenza della casa magnatizia de'Mazzinghi, si accennano memorie fino dall'anno 866.
In quanto all'altra chiesa di S. Angelo a Lecore stata donata nel 1004 al vescovo di Firenze dai suoi proprietarii, viene fatta commemorazione nei Monumenti della chiesa fiorentina pubblicati dal Lami.
Finalmente della chiesa di S. Biagio a Lecore, e della famiglia Sodi di Campi che ne fu un tempo patrona, ragiona un attestato rogato li 2 giugno 1383 da Agnolo di Latino da S. Donnino, col quale i parrocchiani della chiesa di S. Biagio a Lecore affermarono, che tutti gl’individui della famiglia Sodi di Campi era no i patroni della soprannominata chiesa (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell’Ospedale di Bonifazio).
Fu questo Lecore rammentato da Giovanni Villani nella sua Cronica (Lib. IX cap. 316) allorchè Castruccio Antelminelli, a dì 29 settembre 1325 con sua oste venne a Lecore in sul contado di Firenze, e il dì susseguente piantò il campo in sui colli di Signa.
Mercè le buone qualità di vitigni stati piantati nel piano di Lecore, si ottiene oggidì da essi un tal vino da non meritare più che Accusato, tormentato, condannato sia colui, che in pian di Lecore prim'osò piantar le viti, siccome lo meritava a tempo del Redi.
La parrocchia dei SS. Angelo e Biagio a Lecore nel 1833 contava 783 abitanti.
S. Pietro a Lecore noverava 395 abitanti.
LECORE
LECORE nel Val d'Arno sotto Firenze.
Contrada dove furono tre parrocchie, da lunga età riunite in due, cioè S. Pietro di Lecore e S. Angelo in S. Biagio a Lecore, comprese tutte nel piviere, Comunità e intorno 2 miglia a settentrione di Signa, Giurisdizione di Campi, Diocesi e Compartimento di Firenze.
I possessi che la mensa vescovile di Firenze teneva in Lecore sono rammentati nella donazione fatta (ERRATA : circa l'anno 930) circa l’anno 963 o 964 dal vescovo Raimbaldo del giuspadronato della pieve di Signa con tutti i suoi diritti e possessioni a favore del capitolo della cattedrale fiorentina.
Della chiesa poi di S. Pietro di Lecore, come antica appartenenza della casa magnatizia de'Mazzinghi, si accennano memorie fino dall'anno 866.
In quanto all'altra chiesa di S. Angelo a Lecore stata donata nel 1004 al vescovo di Firenze dai suoi proprietarii, viene fatta commemorazione nei Monumenti della chiesa fiorentina pubblicati dal Lami.
Finalmente della chiesa di S. Biagio a Lecore, e della famiglia Sodi di Campi che ne fu un tempo patrona, ragiona un attestato rogato li 2 giugno 1383 da Agnolo di Latino da S. Donnino, col quale i parrocchiani della chiesa di S. Biagio a Lecore affermarono, che tutti gl’individui della famiglia Sodi di Campi era no i patroni della soprannominata chiesa (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell’Ospedale di Bonifazio).
Fu questo Lecore rammentato da Giovanni Villani nella sua Cronica (Lib. IX cap. 316) allorchè Castruccio Antelminelli, a dì 29 settembre 1325 con sua oste venne a Lecore in sul contado di Firenze, e il dì susseguente piantò il campo in sui colli di Signa.
Mercè le buone qualità di vitigni stati piantati nel piano di Lecore, si ottiene oggidì da essi un tal vino da non meritare più che Accusato, tormentato, condannato sia colui, che in pian di Lecore prim'osò piantar le viti, siccome lo meritava a tempo del Redi.
La parrocchia dei SS. Angelo e Biagio a Lecore nel 1833 contava 783 abitanti.
S. Pietro a Lecore noverava 395 abitanti.