Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)
MONTELUPO nel Val d’Arno inferiore.
Castello con sottostante borgo capoluogo di una comunità, come lo fu finora di una potesteria, attualmente riunita al vicariato Regio di Empoli, con chiesa battesimale (S. Gio. Battista) già sotto il piviere di S. Ippolito in Val di Pesa, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Il Castello con la rocca di Monte Lupo risiede sopra un poggetto a levante del borgo, il quale è in pianura attraversato dalla strada regia pisana sullo sbocco dell’antica via maestra del Malmantile, lungo la ripa sinistra dell’Arno, e sulla destra della Pesa, la qual fiumana confluisce nel fiume maggiore passato il ponte di Monte Lupo, e dirimpetto al castello di Capraja.
Trovasi Monte Lupo nel grado 28° 40’ 5" di longitudine e 43° 44’ di latitudine quasi miglia toscane 14 per la strada postale a ponente di Firenze, e miglia toscane 4 e 1/2 a levante di Empoli.
Se vi fu paese o castello che poteva sperare di ottenere una storia peculiare sua propria, sarebbe stato questo di Monte Lupo, tostochè esso cent’anni sono (nel 1740) ha avuto per suo potestà il Dott. Domenico Maria Manni, che fu l’uomo il più diligente ed erudito fra tanti dotti della sua età in materia di notizie municipali.
Ma non avendo egli fatta cotesta istoria di Monte Lupo, è segno non dubbio della sua poca importanza, rispetto a memorie antiche.
Infatti esso deve la sua origine alle piccole guerre che nel principio del secolo XIII si facevano fra i Pistojesi fortificati in Capraja e i fiorentini che a soggezione di quelli nel 1203 fabbricarono sulla riva opposta dell’Arno, e non già disfeciono, come disse Ricordano Malespini, il castello di Moute Lupo.
Avvegnachè in un trattato di tregua firmato il 3 giugno del 1204 per mediazione dei Lucchesi fra il Comune di Pistoja con i signori e abitanti di Capraja da una parte, ed i consoli di Firenze dall’altra, fu stabilito che i Fiorentini non dovessono cavalcare nè recar danno dalla parte dell’Arno, dov’è Capraja del contado di Pistoja, e altronde che i Pistojesi, Caprajesi, e Guido Borgognone coi suoi figli non potessero far cavalcate, nè danneggiare dall’opposta parte dell’Arno dove è Montelupo, stato edificato di nuovo dai Fiorentini, ex illorum (Florentinorum) parte Arni, ubi est Montelupus a Florentinis NOVITER AEDIFICATUS, nec in Montelupo, etc…Actum in Ecclesia S. Quirici inter Pesam et Arnum, anno 1204, III. Non. Junii Indict. VIII.
(ZACCAR. Anecd. Pistor.).
Vedere Capraja nel Val d’Arno inferiore, e AMBROGIANA.
Così è volgata opinione che a dispetto de’Caprajesi il Comune di Firenze desse al nuovo castello per pompa di militare alterigia il nome di Monte Lupo.
Donde è noto l’adagio che ne derivò dicendo:
Per distrugger questa Capra
Non vi vuol altro che un Lupo.
Non dirò della scherzevole origine che nel suo Malmantile racquistato diede Lorenzo Lippi a questo luogo, che Montelupo volle si chiamasse da un’azione guerresca di Paride campione di quel suo poema eroicomico (Canto XII).
Anche Ammirato il Giovene trovò nelle Riformagioni fiorentine il trattato definitivo di pace fra il Comune di Firenze e il conte Guido Borgognone, suoi figliuoli ed uomini di Capraja, i quali, all’escire del mese di ottobre 1204, giurarono in mano dei consoli fiorentini di ubbidire a quel Comune col sottoporre Capraja alla repubblica, nel tempo che si obbligarono pagare 26 danari di moneta per ogni focolare, e di far guerra a volontà de’consoli, eccettuato l’Imperatore, e per tre anni di non farla ai Lucchesi.
A maggiormente assicurare la buona volontà de’conti e uomini di Capraja, essi rilasciarono liberamente ai Fiorentini tutto il territorio che possedevano dalla parte dell’Arno dov’era Montelupo.
Viceversa i consoli del Comune di Firenze promisero loro difenderli dai Pistojesi, da ogni altro nemico, e di non disfare il castello o rocca di Capraja senza il consenso de’suoi padroni.
(AMMIR. Stor. Fior. Lib. I).
Infatti nelle migliori edizioni della Cronica di Giovanni Villani è detto, che i Fiorentini nel 1203 fabbricarono sul poggio il castello di Monte Lupo, dopo aver disfatto Malborghetto, borgo posto a piè di quel castello, dov’è oggi la terra di Monte Lupo, e l’opposero a Capraja, perchè servisse di freno a’quei conti.
All’Articolo AMBROGIANA, villa granducale posta un quarto di miglio toscano a ponente di Montelupo mostrai qualche dubbio che la chiesa parrocchiale di S. Quirico fra l’Arno e la Pesa fosse stata riunita a quella di S. Lucia all’Ambrogiana; nè fia improbabile il credere che essa servisse anche di prima parrocchia, alla popolazione di Malborghetto , e conseguentemente alla contrada dove attualmente è il borgo di Monte Lupo.
Intorno a che porgeva motivo da dubitarne non tanto la notizia data dal Villani, che il luogo di Malborghetto prima del 1203 apparteneva ai nobili di Capraja, ma il trovare fra i documenti dei conti Cadolingi una donazione del 9 aprile
1003 a favore della badia di Borgonuovo a Fucecchio fatta dal conte Lottario del fu Conte Cadolo, di molte sostanze che egli possedeva in Val di Pesa e nel Val d’Arno inferiore, fra le quali sostanze si rammentano delle terre poste nel luogo detto S. Quirico del piviere di S. Ippolito, ch’io suppongo la chiesa fra Monte Lupo e l’Ambrogiana, dove due secoli dopo fu stabilita tregua fra i Pistojesi, i conti di Capraja e i Fiorentini.
La stessa chiesa di S. Quirico fra la Pesa e l’Arno fu data alle monache di S. Giorgio di Capraja, che nominavano il suo rottore.
Si è detto che il castello sul poggio di Monte Lupo fu murato nel l203, ma crescendo la popolazione nel sottostante borgo, anche questo per ordine della Repubblica Fiorentina nel 1336 fu circondato di mura contemporaneamente a quelle rifatte a Empoli, a Pontormo e a Cerreto Guidi; lo che fu eseguito in breve tempo da quegli abitanti, ai quali la Signoria di Firenze a tale effetto elargì alcune franchigie e immunità.
(GIOVANNI VILLANI, Cronica Lib. XI capitolo 51).
Cosicchè le due porte state da pochi anni rifatte d disfatte, che una di esse alla testa del ponte di Pesa e l’altra all’escire dal borgo di Monte Lupo per venire a Firenze, se non ci richiamavano a quell’età, ne avvisavano però che questo borgo era difeso da mura castellane.
Vedere CERRETO GUIDI.
Non mi è nota l’epoca precisa, in cui Monte Lupo fu eretto in capoluogo di potesteria, è noto bensì che lo statuto fiorentino del 1321 destinò che Montelupo formasse una comunità sua propria, mentre il suo giusdicente nel secolo XV dipendeva pel criminale dal vicario di Certaldo.
Le due chiese di S. Giovanni evangelista e di S. Quirico a Monte Lupo furono suffraganee dell’antica pieve di S. Ippolito in Val di Pesa, il cui titolo e onorificenze vennero trasferite nella prioria di S. Giovanni a Montelupo, per decreto arcivescovile del 21 aprile 1789; e d’allora in poi l’antica pieve divenne un annesso della parrocchia di Monte Lupo con obbligo di risedervi un cappellano curato.
Vedere IPPOLITO (S.) IN VAL DI PESA.
La nuova pieve, situata nel castello, fu riedificata nel 1796 a tre navate.
Essa è fornita di buoni quadri, fra i quali uno di Domenico Ghirlandajo.
Contiguo alla pieve esiste l’oratorio della confraternita restaurato nel 1821.
Vi è pure in Monte Lupo un piccolo teatro.
Chi ha reso noto questo paese sono le sue terraglie, i famosi suoi boccali, e l’architetto e scultore Baccio, che dalla patria prese il casato, chimandolo tutti Baccio da Montelupo.
MOVIMENTO della Popolazione del Castello e Borgo di MONTE LUPO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 215; totalità della popolazione 714.
ANNO 1745: Impuberi maschi 142; femmine 129; adulti maschi 124, femmine 228; coniugati dei due sessi 254; ecclesiastici 8; numero delle famiglie 199; totalità della popolazione 885.
ANNO 1833: Impuberi maschi 224; femmine 205; adulti maschi 150, femmine 215; coniugati dei due sessi 492; ecclesiastici 5; numero delle famiglie 291; totalità della popolazione 1291.
ANNO 1839: Impuberi maschi 231; femmine 210; adulti maschi 169, femmine 230; coniugati dei due sessi 526; ecclesiastici 4; numero delle famiglie 290; totalità della popolazione 1370.
Comunità di Montelupo.
Il territorio di questa comunità occupa una superficie di 7114 quadrati; 573 dei quali spettano a corsi d’acqua e a pubbliche strade.
Nel 1833 stanziavano nel territorio medesimo 4204 abitanti, a ragione di 510 individui per ogni miglio quadrato.
Assai irregolare si presenta la figura iconografica del territorio comunitativo di Montelupo; poichè è angusta anzi che nò e tortuosa dalla parte che guarda a grecale del capoluogo, mentre largheggia a guisa di ventaglio appena si apre davanti al suo capoluogo la valle inferiore dell’Arno fra la sponda sinistra del fiume suddetto e quella della Pesa.
Confina con 5 comunità; verso grecale ha di contro per corta gita mediante l’alveo dell’Arno la Comunità di Carmignano, a partire dalla base del poggio di Luciano fino presso la nave di Camajore, poco innanzi della quale sottentra la Comunità di Capraja, con la quale lungo il serpeggiante letto dello stesso fiume, arriva sino sotto Fibbiana, al cui fosso di scolo entra a confine la Comunità di Empoli.
A queslo punto il territorio di Montelupo abbandonando a maestrale il corso dell’Arno, piega verso scirocco, prima di tutto lungo il fosso di scolo prenominato, poi per la via di Fibbiana, e per la così detta Viaccia che mena sulla strada maremmana, lungo la quale il territorio di Montelupo si avanza quasi mezzo miglio verso ostro passando per Prunecchio, e di là piegando a scirocco si dirige nel rio di S. Donato in Val di Botte, mercè cui le due Comunità fronteggiano sino alla confluenza del borro delle Grotte.
A quosto punto cessa la Comunità di Empoli e sottentra a confine dal lato di ostro quella di Montespertoli, da primo mediante lo stesso borro delle Grotte, che presto lascia fuori per dirigersi verso grecale incontro al rio detto la Tomba di Berto, col quale poco appresso entra nel così detto Fossetto, e quindi per termini artificiali và a trovare il torrente Turbone che rimonta a piè della collina di Pulica sino alla strada della Ginestra , per la quale s’incammina verso levante avendo dirimpetto a maestro il capoluogo.
Qui le due comunità entrano nel fosso Rigonzi, mercè cui arrivano nel torrente Virginio, e dopo mezzo miglio trovano il fiume Pesa.
Allo sbocco del Virginio in Pesa cessa la Comunità di Montespertoli e sottentra quella della Lastra, di conserva alla quale la nostra di Montelupo corre per circa un miglio di cammino passando vicino all’antica pieve di S. Ippolito in Val di Pesa, presso la quale sbocca nel detto fiume il borro Rimichese.
Con questo le due Comunità camminando contr’acqua salgono le pendici meridionali del poggio di Malmantile, il cui castello questa di Montelupo rasenta dalla parte di ponente; quindi al bivio delle strade che menano, una a S. Miniatello, l’altra alla chiesa di S. Vito a Luciano, il territorio comunitativo di Montelupo percorre la via di S. Vito, nella direzione di maestarle per scendere con essa sulla strada Regia pisana alla Golfolina, e di là fino all’Arno dove ritrova nell’opposta ripa la Comunità di Carmignano.
Fra i principali corsi d’acqua che attraversano o che rasentano il territorio di Monte Lupo, oltre il fiume Arno, contasi la Pesa ed il suo tributario Virginio.
Passa per mezzo alla terra di Montelupo la strada Regia fiorentina che mena a Pisa e a Livorno, e costà in Moutelupo sbocca l’antica via maestra pisana che passava dal castello del Malmantile.
Molte strade comunitative rotabili percorrono il territorio di questa comunità dalla perte del Val d’Arno inferiore, poche malagevoli sono quelle aperte nella parte superiore del territorio medesimo, vale a dire dal lato di levante e di scirocco del borgo di Montelupo.
Rapporto alla natura del suolo, esso dal lato dei poggi che scolano in Arno, consiste in macigno e schisto mArnoso, mentre dalla parte acquapendente in Pesa la loro base si nasconde fra banchi di ciottoli per la maggior parte di macigno e di calcare compatto.
Vedere GONFOLINA.
All’incontro la porzione del territorio situata di là dalla Pesa, a ponente e ostro di Montelupo, si riduce a terreno di alluvione sovrapposto a conglomerati di ciottoli fluitati e a una marna conchigliare.
Rispetto alle colture agrarie, le selve di pinete che davano il nome alla contrada fra il Malmantile e la villa di Luciano sono state per la maggior parte distrutte, per dar luogo alle seminagioni di granaglie, alle vigne e agli oliveti.
L’industria maggiore però degli abitanti di Montelupo, e di San Miniatello consiste nel far trecce da cappelli di paglia, nel fabbricare vasi di terra dozzinali con la melletta della sponda sinistra dell’Arno, fra i quali i più comuni sono gli orci da olio, mentre è abbandonata la costruzione di quei boccali verniciati e scritti che adopravansi comunemente nei secoli trapassati, e rapporto ai quali; volendo significare una cosa notissima, soleva dirsi: essere scritta nei boccali di Montelupo.
Di data meno antica, ma di uso più frequente sono i vetri colorati e non colorati che da qualche tempo si fabbricano in una fornace presso l’Ambrogiana.
Con la legge dell’agosto 1838 fu soppressa la potesteria di Montelupo, le di cui attribuzioni vennero aggregate al vicario Regio di Empoli.
La Comunità mantiene un medico chirurgo e un maestro di scuola.
In Montelupo non vi sono mercati settimanali, ed una sola fiera annuale si pratica nel giorno 20 di luglio.
La cancelleria comunitativa, l’ufizio di esazione del Registro, e l’ingegnere di Circondario sono in Empoli.
La conservazione dell’Ipoteche e il tribunale di Prima istanza in Firenze.
QUADRO della Popolazione della Comunità di MONTELUPO a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Ambrogiana, titolo della chiesa: SS. Quirico e Lucia (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 132,
popolazione anno 1745 n° 483,
popolazione anno 1833 n° 802,
popolazione anno 1839 n° 800
- nome del luogo: Fibbiana, titolo della chiesa: S. Maria (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 231,
popolazione anno 1745 n° 551,
popolazione anno 1833 n° 663,
popolazione anno 1839 n° 663
- nome del luogo: Fior di Selva o S. Luciano, titolo della chiesa: SS. Vito e Modesto (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 88,
popolazione anno 1745 n° 248,
popolazione anno 1833 n° 280,
popolazione anno 1839 n° 277
- nome del luogo: MONTELUPO, titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Prioria) con la pieve di S. Ippolito, diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 714,
popolazione anno 1745 n° 885,
popolazione anno 1833 n° 1291,
popolazione anno 1839 n° 1370
- nome del luogo: Pulica (1), titolo della chiesa: S. Maria, diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1839 n° 334
- nome del luogo: Sammontana, titolo della chiesa: S. Maria (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 184,
popolazione anno 1745 n° 319, popolazione anno 1833 n° 340,
popolazione anno 1839 n° 366
- nome del luogo: Sanminiatello, titolo della chiesa: S. Miniato (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 248,
popolazione anno 1745 n° 608,
popolazione anno 1833 n° 828,
popolazione anno 1839 n° 853
- Totale abitanti anno 1551 n° 1587
- Totale abitanti anno 1745 n° 3104
- Totale abitanti anno 1833 n° 4204
- Totale abitanti anno 1839 n° 4663
(1) N. B. La parrocchia di Pilica sino al 1834 appartenne alla Comunità della Lastra a Signa, dove fu riportata la popolazione delle tre epoche antecedenti.
-SUPPLEMENTO
MONTELUPO nella Valle dell'Arno inferiore.
Terra capoluogo di Comunità.
All'Articolo della sua Comunità si aggiunga, che la fornace di vetri de' signori Nardi di Fibbiana fornisce lavoro a circa 200 fra donne e ragazzi occupati a impagliare in modo elegante circa 300,000 terzini e quartini di vetro che si spediscono a Lucca ed a Livorno in casse fabbricate pure nello stesso luogo, onde empire quelli d'olio fine da spedirsi all'estero.
Nel 1845 la parrocchia di Montelupo aveva nella Comunità omonima 1427 Abitanti ed una frazione di 54 entrava in quella della Lastra a Signa.
TOTALE Abitanti 1482.
Nell'anno poi 1833 la Comunità di MONTELUPO contava 4204 Abitanti e nel 1845 ne noverava 4827, come appresso:
Fibbiana, Abitanti N.° 677
Fior di Selva, Abitanti N.° 290
Ambrogiana, Abitanti N.° 869
S. Miniatello, Abitanti N.° 859
MONTELUPO (la maggior parte), Abitanti N.° 1427
Pulica, Abitanti N.° 332
Sammontana, Abitanti N.° 373
TOTALE Abitanti N.° 4827
MONTELUPO
MONTELUPO nel Val d’Arno inferiore.
Castello con sottostante borgo capoluogo di una comunità, come lo fu finora di una potesteria, attualmente riunita al vicariato Regio di Empoli, con chiesa battesimale (S. Gio. Battista) già sotto il piviere di S. Ippolito in Val di Pesa, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Il Castello con la rocca di Monte Lupo risiede sopra un poggetto a levante del borgo, il quale è in pianura attraversato dalla strada regia pisana sullo sbocco dell’antica via maestra del Malmantile, lungo la ripa sinistra dell’Arno, e sulla destra della Pesa, la qual fiumana confluisce nel fiume maggiore passato il ponte di Monte Lupo, e dirimpetto al castello di Capraja.
Trovasi Monte Lupo nel grado 28° 40’ 5" di longitudine e 43° 44’ di latitudine quasi miglia toscane 14 per la strada postale a ponente di Firenze, e miglia toscane 4 e 1/2 a levante di Empoli.
Se vi fu paese o castello che poteva sperare di ottenere una storia peculiare sua propria, sarebbe stato questo di Monte Lupo, tostochè esso cent’anni sono (nel 1740) ha avuto per suo potestà il Dott. Domenico Maria Manni, che fu l’uomo il più diligente ed erudito fra tanti dotti della sua età in materia di notizie municipali.
Ma non avendo egli fatta cotesta istoria di Monte Lupo, è segno non dubbio della sua poca importanza, rispetto a memorie antiche.
Infatti esso deve la sua origine alle piccole guerre che nel principio del secolo XIII si facevano fra i Pistojesi fortificati in Capraja e i fiorentini che a soggezione di quelli nel 1203 fabbricarono sulla riva opposta dell’Arno, e non già disfeciono, come disse Ricordano Malespini, il castello di Moute Lupo.
Avvegnachè in un trattato di tregua firmato il 3 giugno del 1204 per mediazione dei Lucchesi fra il Comune di Pistoja con i signori e abitanti di Capraja da una parte, ed i consoli di Firenze dall’altra, fu stabilito che i Fiorentini non dovessono cavalcare nè recar danno dalla parte dell’Arno, dov’è Capraja del contado di Pistoja, e altronde che i Pistojesi, Caprajesi, e Guido Borgognone coi suoi figli non potessero far cavalcate, nè danneggiare dall’opposta parte dell’Arno dove è Montelupo, stato edificato di nuovo dai Fiorentini, ex illorum (Florentinorum) parte Arni, ubi est Montelupus a Florentinis NOVITER AEDIFICATUS, nec in Montelupo, etc…Actum in Ecclesia S. Quirici inter Pesam et Arnum, anno 1204, III. Non. Junii Indict. VIII.
(ZACCAR. Anecd. Pistor.).
Vedere Capraja nel Val d’Arno inferiore, e AMBROGIANA.
Così è volgata opinione che a dispetto de’Caprajesi il Comune di Firenze desse al nuovo castello per pompa di militare alterigia il nome di Monte Lupo.
Donde è noto l’adagio che ne derivò dicendo:
Per distrugger questa Capra
Non vi vuol altro che un Lupo.
Non dirò della scherzevole origine che nel suo Malmantile racquistato diede Lorenzo Lippi a questo luogo, che Montelupo volle si chiamasse da un’azione guerresca di Paride campione di quel suo poema eroicomico (Canto XII).
Anche Ammirato il Giovene trovò nelle Riformagioni fiorentine il trattato definitivo di pace fra il Comune di Firenze e il conte Guido Borgognone, suoi figliuoli ed uomini di Capraja, i quali, all’escire del mese di ottobre 1204, giurarono in mano dei consoli fiorentini di ubbidire a quel Comune col sottoporre Capraja alla repubblica, nel tempo che si obbligarono pagare 26 danari di moneta per ogni focolare, e di far guerra a volontà de’consoli, eccettuato l’Imperatore, e per tre anni di non farla ai Lucchesi.
A maggiormente assicurare la buona volontà de’conti e uomini di Capraja, essi rilasciarono liberamente ai Fiorentini tutto il territorio che possedevano dalla parte dell’Arno dov’era Montelupo.
Viceversa i consoli del Comune di Firenze promisero loro difenderli dai Pistojesi, da ogni altro nemico, e di non disfare il castello o rocca di Capraja senza il consenso de’suoi padroni.
(AMMIR. Stor. Fior. Lib. I).
Infatti nelle migliori edizioni della Cronica di Giovanni Villani è detto, che i Fiorentini nel 1203 fabbricarono sul poggio il castello di Monte Lupo, dopo aver disfatto Malborghetto, borgo posto a piè di quel castello, dov’è oggi la terra di Monte Lupo, e l’opposero a Capraja, perchè servisse di freno a’quei conti.
All’Articolo AMBROGIANA, villa granducale posta un quarto di miglio toscano a ponente di Montelupo mostrai qualche dubbio che la chiesa parrocchiale di S. Quirico fra l’Arno e la Pesa fosse stata riunita a quella di S. Lucia all’Ambrogiana; nè fia improbabile il credere che essa servisse anche di prima parrocchia, alla popolazione di Malborghetto , e conseguentemente alla contrada dove attualmente è il borgo di Monte Lupo.
Intorno a che porgeva motivo da dubitarne non tanto la notizia data dal Villani, che il luogo di Malborghetto prima del 1203 apparteneva ai nobili di Capraja, ma il trovare fra i documenti dei conti Cadolingi una donazione del 9 aprile
1003 a favore della badia di Borgonuovo a Fucecchio fatta dal conte Lottario del fu Conte Cadolo, di molte sostanze che egli possedeva in Val di Pesa e nel Val d’Arno inferiore, fra le quali sostanze si rammentano delle terre poste nel luogo detto S. Quirico del piviere di S. Ippolito, ch’io suppongo la chiesa fra Monte Lupo e l’Ambrogiana, dove due secoli dopo fu stabilita tregua fra i Pistojesi, i conti di Capraja e i Fiorentini.
La stessa chiesa di S. Quirico fra la Pesa e l’Arno fu data alle monache di S. Giorgio di Capraja, che nominavano il suo rottore.
Si è detto che il castello sul poggio di Monte Lupo fu murato nel l203, ma crescendo la popolazione nel sottostante borgo, anche questo per ordine della Repubblica Fiorentina nel 1336 fu circondato di mura contemporaneamente a quelle rifatte a Empoli, a Pontormo e a Cerreto Guidi; lo che fu eseguito in breve tempo da quegli abitanti, ai quali la Signoria di Firenze a tale effetto elargì alcune franchigie e immunità.
(GIOVANNI VILLANI, Cronica Lib. XI capitolo 51).
Cosicchè le due porte state da pochi anni rifatte d disfatte, che una di esse alla testa del ponte di Pesa e l’altra all’escire dal borgo di Monte Lupo per venire a Firenze, se non ci richiamavano a quell’età, ne avvisavano però che questo borgo era difeso da mura castellane.
Vedere CERRETO GUIDI.
Non mi è nota l’epoca precisa, in cui Monte Lupo fu eretto in capoluogo di potesteria, è noto bensì che lo statuto fiorentino del 1321 destinò che Montelupo formasse una comunità sua propria, mentre il suo giusdicente nel secolo XV dipendeva pel criminale dal vicario di Certaldo.
Le due chiese di S. Giovanni evangelista e di S. Quirico a Monte Lupo furono suffraganee dell’antica pieve di S. Ippolito in Val di Pesa, il cui titolo e onorificenze vennero trasferite nella prioria di S. Giovanni a Montelupo, per decreto arcivescovile del 21 aprile 1789; e d’allora in poi l’antica pieve divenne un annesso della parrocchia di Monte Lupo con obbligo di risedervi un cappellano curato.
Vedere IPPOLITO (S.) IN VAL DI PESA.
La nuova pieve, situata nel castello, fu riedificata nel 1796 a tre navate.
Essa è fornita di buoni quadri, fra i quali uno di Domenico Ghirlandajo.
Contiguo alla pieve esiste l’oratorio della confraternita restaurato nel 1821.
Vi è pure in Monte Lupo un piccolo teatro.
Chi ha reso noto questo paese sono le sue terraglie, i famosi suoi boccali, e l’architetto e scultore Baccio, che dalla patria prese il casato, chimandolo tutti Baccio da Montelupo.
MOVIMENTO della Popolazione del Castello e Borgo di MONTE LUPO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 215; totalità della popolazione 714.
ANNO 1745: Impuberi maschi 142; femmine 129; adulti maschi 124, femmine 228; coniugati dei due sessi 254; ecclesiastici 8; numero delle famiglie 199; totalità della popolazione 885.
ANNO 1833: Impuberi maschi 224; femmine 205; adulti maschi 150, femmine 215; coniugati dei due sessi 492; ecclesiastici 5; numero delle famiglie 291; totalità della popolazione 1291.
ANNO 1839: Impuberi maschi 231; femmine 210; adulti maschi 169, femmine 230; coniugati dei due sessi 526; ecclesiastici 4; numero delle famiglie 290; totalità della popolazione 1370.
Comunità di Montelupo.
Il territorio di questa comunità occupa una superficie di 7114 quadrati; 573 dei quali spettano a corsi d’acqua e a pubbliche strade.
Nel 1833 stanziavano nel territorio medesimo 4204 abitanti, a ragione di 510 individui per ogni miglio quadrato.
Assai irregolare si presenta la figura iconografica del territorio comunitativo di Montelupo; poichè è angusta anzi che nò e tortuosa dalla parte che guarda a grecale del capoluogo, mentre largheggia a guisa di ventaglio appena si apre davanti al suo capoluogo la valle inferiore dell’Arno fra la sponda sinistra del fiume suddetto e quella della Pesa.
Confina con 5 comunità; verso grecale ha di contro per corta gita mediante l’alveo dell’Arno la Comunità di Carmignano, a partire dalla base del poggio di Luciano fino presso la nave di Camajore, poco innanzi della quale sottentra la Comunità di Capraja, con la quale lungo il serpeggiante letto dello stesso fiume, arriva sino sotto Fibbiana, al cui fosso di scolo entra a confine la Comunità di Empoli.
A queslo punto il territorio di Montelupo abbandonando a maestrale il corso dell’Arno, piega verso scirocco, prima di tutto lungo il fosso di scolo prenominato, poi per la via di Fibbiana, e per la così detta Viaccia che mena sulla strada maremmana, lungo la quale il territorio di Montelupo si avanza quasi mezzo miglio verso ostro passando per Prunecchio, e di là piegando a scirocco si dirige nel rio di S. Donato in Val di Botte, mercè cui le due Comunità fronteggiano sino alla confluenza del borro delle Grotte.
A quosto punto cessa la Comunità di Empoli e sottentra a confine dal lato di ostro quella di Montespertoli, da primo mediante lo stesso borro delle Grotte, che presto lascia fuori per dirigersi verso grecale incontro al rio detto la Tomba di Berto, col quale poco appresso entra nel così detto Fossetto, e quindi per termini artificiali và a trovare il torrente Turbone che rimonta a piè della collina di Pulica sino alla strada della Ginestra , per la quale s’incammina verso levante avendo dirimpetto a maestro il capoluogo.
Qui le due comunità entrano nel fosso Rigonzi, mercè cui arrivano nel torrente Virginio, e dopo mezzo miglio trovano il fiume Pesa.
Allo sbocco del Virginio in Pesa cessa la Comunità di Montespertoli e sottentra quella della Lastra, di conserva alla quale la nostra di Montelupo corre per circa un miglio di cammino passando vicino all’antica pieve di S. Ippolito in Val di Pesa, presso la quale sbocca nel detto fiume il borro Rimichese.
Con questo le due Comunità camminando contr’acqua salgono le pendici meridionali del poggio di Malmantile, il cui castello questa di Montelupo rasenta dalla parte di ponente; quindi al bivio delle strade che menano, una a S. Miniatello, l’altra alla chiesa di S. Vito a Luciano, il territorio comunitativo di Montelupo percorre la via di S. Vito, nella direzione di maestarle per scendere con essa sulla strada Regia pisana alla Golfolina, e di là fino all’Arno dove ritrova nell’opposta ripa la Comunità di Carmignano.
Fra i principali corsi d’acqua che attraversano o che rasentano il territorio di Monte Lupo, oltre il fiume Arno, contasi la Pesa ed il suo tributario Virginio.
Passa per mezzo alla terra di Montelupo la strada Regia fiorentina che mena a Pisa e a Livorno, e costà in Moutelupo sbocca l’antica via maestra pisana che passava dal castello del Malmantile.
Molte strade comunitative rotabili percorrono il territorio di questa comunità dalla perte del Val d’Arno inferiore, poche malagevoli sono quelle aperte nella parte superiore del territorio medesimo, vale a dire dal lato di levante e di scirocco del borgo di Montelupo.
Rapporto alla natura del suolo, esso dal lato dei poggi che scolano in Arno, consiste in macigno e schisto mArnoso, mentre dalla parte acquapendente in Pesa la loro base si nasconde fra banchi di ciottoli per la maggior parte di macigno e di calcare compatto.
Vedere GONFOLINA.
All’incontro la porzione del territorio situata di là dalla Pesa, a ponente e ostro di Montelupo, si riduce a terreno di alluvione sovrapposto a conglomerati di ciottoli fluitati e a una marna conchigliare.
Rispetto alle colture agrarie, le selve di pinete che davano il nome alla contrada fra il Malmantile e la villa di Luciano sono state per la maggior parte distrutte, per dar luogo alle seminagioni di granaglie, alle vigne e agli oliveti.
L’industria maggiore però degli abitanti di Montelupo, e di San Miniatello consiste nel far trecce da cappelli di paglia, nel fabbricare vasi di terra dozzinali con la melletta della sponda sinistra dell’Arno, fra i quali i più comuni sono gli orci da olio, mentre è abbandonata la costruzione di quei boccali verniciati e scritti che adopravansi comunemente nei secoli trapassati, e rapporto ai quali; volendo significare una cosa notissima, soleva dirsi: essere scritta nei boccali di Montelupo.
Di data meno antica, ma di uso più frequente sono i vetri colorati e non colorati che da qualche tempo si fabbricano in una fornace presso l’Ambrogiana.
Con la legge dell’agosto 1838 fu soppressa la potesteria di Montelupo, le di cui attribuzioni vennero aggregate al vicario Regio di Empoli.
La Comunità mantiene un medico chirurgo e un maestro di scuola.
In Montelupo non vi sono mercati settimanali, ed una sola fiera annuale si pratica nel giorno 20 di luglio.
La cancelleria comunitativa, l’ufizio di esazione del Registro, e l’ingegnere di Circondario sono in Empoli.
La conservazione dell’Ipoteche e il tribunale di Prima istanza in Firenze.
QUADRO della Popolazione della Comunità di MONTELUPO a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Ambrogiana, titolo della chiesa: SS. Quirico e Lucia (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 132,
popolazione anno 1745 n° 483,
popolazione anno 1833 n° 802,
popolazione anno 1839 n° 800
- nome del luogo: Fibbiana, titolo della chiesa: S. Maria (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 231,
popolazione anno 1745 n° 551,
popolazione anno 1833 n° 663,
popolazione anno 1839 n° 663
- nome del luogo: Fior di Selva o S. Luciano, titolo della chiesa: SS. Vito e Modesto (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 88,
popolazione anno 1745 n° 248,
popolazione anno 1833 n° 280,
popolazione anno 1839 n° 277
- nome del luogo: MONTELUPO, titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Prioria) con la pieve di S. Ippolito, diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 714,
popolazione anno 1745 n° 885,
popolazione anno 1833 n° 1291,
popolazione anno 1839 n° 1370
- nome del luogo: Pulica (1), titolo della chiesa: S. Maria, diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1839 n° 334
- nome del luogo: Sammontana, titolo della chiesa: S. Maria (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 184,
popolazione anno 1745 n° 319, popolazione anno 1833 n° 340,
popolazione anno 1839 n° 366
- nome del luogo: Sanminiatello, titolo della chiesa: S. Miniato (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
popolazione anno 1551 n° 248,
popolazione anno 1745 n° 608,
popolazione anno 1833 n° 828,
popolazione anno 1839 n° 853
- Totale abitanti anno 1551 n° 1587
- Totale abitanti anno 1745 n° 3104
- Totale abitanti anno 1833 n° 4204
- Totale abitanti anno 1839 n° 4663
(1) N. B. La parrocchia di Pilica sino al 1834 appartenne alla Comunità della Lastra a Signa, dove fu riportata la popolazione delle tre epoche antecedenti.
-SUPPLEMENTO
MONTELUPO nella Valle dell'Arno inferiore.
Terra capoluogo di Comunità.
All'Articolo della sua Comunità si aggiunga, che la fornace di vetri de' signori Nardi di Fibbiana fornisce lavoro a circa 200 fra donne e ragazzi occupati a impagliare in modo elegante circa 300,000 terzini e quartini di vetro che si spediscono a Lucca ed a Livorno in casse fabbricate pure nello stesso luogo, onde empire quelli d'olio fine da spedirsi all'estero.
Nel 1845 la parrocchia di Montelupo aveva nella Comunità omonima 1427 Abitanti ed una frazione di 54 entrava in quella della Lastra a Signa.
TOTALE Abitanti 1482.
Nell'anno poi 1833 la Comunità di MONTELUPO contava 4204 Abitanti e nel 1845 ne noverava 4827, come appresso:
Fibbiana, Abitanti N.° 677
Fior di Selva, Abitanti N.° 290
Ambrogiana, Abitanti N.° 869
S. Miniatello, Abitanti N.° 859
MONTELUPO (la maggior parte), Abitanti N.° 1427
Pulica, Abitanti N.° 332
Sammontana, Abitanti N.° 373
TOTALE Abitanti N.° 4827