Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)
PETRIOLO nel Val d'Arno fiorentino.
Grosso borgo con chiesa parrocchiale (S. Biagio) nel piviere, Comunità e intorno a miglia toscane due a levante di Brozzi, Giurisdizione di Sesto, Diocesi e Compartimento di Firenze, da cui è 3 miglia toscane a ponente.
Petriolo è una continuazione del borgo di Peretola lungo la strada regia Pistoiese che passa pel Poggio a Cajano.
Esso é attraversato dal Fosso Macinante, che costà mette in moto varie macine di mulini, ed é rasentato a levante dal torrente Mugnone che separa il borgo di Petriolo dall'Isola delle RR. Cascine.
Questo nome di Petriolo o Petrolo che si trova ripetuto in molti luoghi e che dà il titolo a varii popoli, villaggi e casali della Toscana, come può rilevarsi dagli Articolo qui appresso, si è creduto da alcuni una corruzione di Pretoriolo, o piccolo Pretorio, mentre altri congetturano, e forse con più ragione, che possa essere derivato dalla voce provenzale Petriolo, diminutivo di Pietro, siccome lo è il Petricci, mentre può considerarsi un suo accrescitivo il Petrone, di cui si trova un casale nel Mugello ed un peggiorativo il Petrozzi di sopra rammentato.
Ma lasciando ai curiosi coteste sterili indagini, mi limiterò a dire di questo di Brozzi, ch'esso e il più popolato di quanti Petrioli s'incontrano per la Toscana, che una gran parte de'suoi abitanti, uomini e donne, si occupa nel far trecce e cucire cappelli di paglia, e che la sua più antica rimembranza superstite sembra quella conservata in una pergamena del 5 aprile 1042 esistente nell'Arch. Dipl. Fior. fra le Carte della Badia di Passignano , qui citata agli Articolo CARZA, CERCINA, e FIGLINE ecc.
È un istrumento, col quale la donna Waldrada figlia del fu Roberto o moglie di Sigifredo di Ridolfo suo figlio e ai di lui eredi tutto ciò che essa possedeva nei contadi fiorentino e fiesolano, sia di effetti pervenutile da Guido suo primo marito, sia da Sigismondo suo secondo consorte fra i quali beni eravi compreso il castello di Petriolo con la sua corte.
Che qui si trattasse del Petriolo di Brozzi non ne lascia dubbio un'altra pergamena della stessa provenienza in data del 25 lugl. 1031, che é l'originale di un istrumento rogato in Figline, col quale Teuzzo figlio del fu Giovanni rinunzia al suddetto Ridolfo figlio del fu Sigifredo e di Waldrada tutti i beni che possedeva ne'pivieri di Cavriglia, di Gaville, dell'Incisa, di Cercina, di S. Cresci a Macciuoli, di Vaglia, di Legri, di S. Garino e di S. Martino a Brozzi, nel qual ultimo piviere apparteneva al detto donatario una corte con castello posto in luogo appellato Petriolo.
Fra i Petrioli del Val d’Arno fiorentino é dubbio peraltro se a questo di Brozzi piuttosto che al Petriolo del Leccio sul Monte Morello nel piviere di S. Stefano in Pane appellino alcuni documenti citati dal Lami nei suoi Mon. Eccl. Flor. Tale sarebbe una donazione fatta nel 1140 alla Badia fiorentina da un Sacchetti dei fu Gherardo di Petriolo, ed un contratto del 13 aprile 1223, mercé cui due coniugi fiorentini vendono al sindaco del Mon, di S. Martino A Mensola un pezzo di terra situato a Petriolo, precisamente nel luogo appellato il Prato del re.
La chiesa di S. Biagio a Petriolo é a croce latina, ma un poco angusta in proporzione del numeroso suo popolo.
Ma davanti un portico, sotto il quale a destra dell'ingresso nella parete della facciata é dipinta a fresco la deposizione della croce, e alla sua sinistra diversi santi fra i quali S. Biagio titolare.
Nell'architrave della porta vedesi scolpita l’arme del popolo fiorentino in mezzo a due altre eguali della estinta famiglia Pilli, il cui stemma trovasi ripetuto sull'architrave della porta di fianco nel vestibolo della canonica, e in mezzo alla volta della sagrestia.
Lo che indicherebbe che i fondatori e patroni di questa chiesa parrocchiale fossero stati della famiglia Pilli di Firenze.
Nel vestibolo medesimo vedesi attualmente una buona tavola del sec. XV stata in qualche piccolo altare o rappresentante l'Arcangelo Raffaello che tiene per mano il fanciullo Tobia, in basso due minori figure che rappresentano due coniugi fiorentini con un loro figlio in ginocchio, e in mezzo ad essi l'arme gentilizia che é di sei monti con una stella, sopra la quale leggesi il no me del pittore Andrea di Giovanni.
Lo stemma suddetto spetta alla estinta famiglia fiorentina del Tovaglia, i di cui eredi Pitti-Tovaglia di recente hanno alienati i beni che i del Tovaglia possedevano in Petriolo.
Il popolo di Petriolo come quello di Peretola e di Quaracchi sotto la Rep. Fior. essendo compreso rapporto al militare nella lega di Brozzi, nel balzello dell'anno 1444 fu imposto per 110 fiorini d’oro.
La parrocchia di S. Biagio a Petriolo nel 1551 faceva 682 abitanti nel 1745 ne aveva 996;
Nel 1833 ascendeva a 1460 individui e nel 1840 aveva 1560 abitanti.
PETRIOLO
PETRIOLO nel Val d'Arno fiorentino.
Grosso borgo con chiesa parrocchiale (S. Biagio) nel piviere, Comunità e intorno a miglia toscane due a levante di Brozzi, Giurisdizione di Sesto, Diocesi e Compartimento di Firenze, da cui è 3 miglia toscane a ponente.
Petriolo è una continuazione del borgo di Peretola lungo la strada regia Pistoiese che passa pel Poggio a Cajano.
Esso é attraversato dal Fosso Macinante, che costà mette in moto varie macine di mulini, ed é rasentato a levante dal torrente Mugnone che separa il borgo di Petriolo dall'Isola delle RR. Cascine.
Questo nome di Petriolo o Petrolo che si trova ripetuto in molti luoghi e che dà il titolo a varii popoli, villaggi e casali della Toscana, come può rilevarsi dagli Articolo qui appresso, si è creduto da alcuni una corruzione di Pretoriolo, o piccolo Pretorio, mentre altri congetturano, e forse con più ragione, che possa essere derivato dalla voce provenzale Petriolo, diminutivo di Pietro, siccome lo è il Petricci, mentre può considerarsi un suo accrescitivo il Petrone, di cui si trova un casale nel Mugello ed un peggiorativo il Petrozzi di sopra rammentato.
Ma lasciando ai curiosi coteste sterili indagini, mi limiterò a dire di questo di Brozzi, ch'esso e il più popolato di quanti Petrioli s'incontrano per la Toscana, che una gran parte de'suoi abitanti, uomini e donne, si occupa nel far trecce e cucire cappelli di paglia, e che la sua più antica rimembranza superstite sembra quella conservata in una pergamena del 5 aprile 1042 esistente nell'Arch. Dipl. Fior. fra le Carte della Badia di Passignano , qui citata agli Articolo CARZA, CERCINA, e FIGLINE ecc.
È un istrumento, col quale la donna Waldrada figlia del fu Roberto o moglie di Sigifredo di Ridolfo suo figlio e ai di lui eredi tutto ciò che essa possedeva nei contadi fiorentino e fiesolano, sia di effetti pervenutile da Guido suo primo marito, sia da Sigismondo suo secondo consorte fra i quali beni eravi compreso il castello di Petriolo con la sua corte.
Che qui si trattasse del Petriolo di Brozzi non ne lascia dubbio un'altra pergamena della stessa provenienza in data del 25 lugl. 1031, che é l'originale di un istrumento rogato in Figline, col quale Teuzzo figlio del fu Giovanni rinunzia al suddetto Ridolfo figlio del fu Sigifredo e di Waldrada tutti i beni che possedeva ne'pivieri di Cavriglia, di Gaville, dell'Incisa, di Cercina, di S. Cresci a Macciuoli, di Vaglia, di Legri, di S. Garino e di S. Martino a Brozzi, nel qual ultimo piviere apparteneva al detto donatario una corte con castello posto in luogo appellato Petriolo.
Fra i Petrioli del Val d’Arno fiorentino é dubbio peraltro se a questo di Brozzi piuttosto che al Petriolo del Leccio sul Monte Morello nel piviere di S. Stefano in Pane appellino alcuni documenti citati dal Lami nei suoi Mon. Eccl. Flor. Tale sarebbe una donazione fatta nel 1140 alla Badia fiorentina da un Sacchetti dei fu Gherardo di Petriolo, ed un contratto del 13 aprile 1223, mercé cui due coniugi fiorentini vendono al sindaco del Mon, di S. Martino A Mensola un pezzo di terra situato a Petriolo, precisamente nel luogo appellato il Prato del re.
La chiesa di S. Biagio a Petriolo é a croce latina, ma un poco angusta in proporzione del numeroso suo popolo.
Ma davanti un portico, sotto il quale a destra dell'ingresso nella parete della facciata é dipinta a fresco la deposizione della croce, e alla sua sinistra diversi santi fra i quali S. Biagio titolare.
Nell'architrave della porta vedesi scolpita l’arme del popolo fiorentino in mezzo a due altre eguali della estinta famiglia Pilli, il cui stemma trovasi ripetuto sull'architrave della porta di fianco nel vestibolo della canonica, e in mezzo alla volta della sagrestia.
Lo che indicherebbe che i fondatori e patroni di questa chiesa parrocchiale fossero stati della famiglia Pilli di Firenze.
Nel vestibolo medesimo vedesi attualmente una buona tavola del sec. XV stata in qualche piccolo altare o rappresentante l'Arcangelo Raffaello che tiene per mano il fanciullo Tobia, in basso due minori figure che rappresentano due coniugi fiorentini con un loro figlio in ginocchio, e in mezzo ad essi l'arme gentilizia che é di sei monti con una stella, sopra la quale leggesi il no me del pittore Andrea di Giovanni.
Lo stemma suddetto spetta alla estinta famiglia fiorentina del Tovaglia, i di cui eredi Pitti-Tovaglia di recente hanno alienati i beni che i del Tovaglia possedevano in Petriolo.
Il popolo di Petriolo come quello di Peretola e di Quaracchi sotto la Rep. Fior. essendo compreso rapporto al militare nella lega di Brozzi, nel balzello dell'anno 1444 fu imposto per 110 fiorini d’oro.
La parrocchia di S. Biagio a Petriolo nel 1551 faceva 682 abitanti nel 1745 ne aveva 996;
Nel 1833 ascendeva a 1460 individui e nel 1840 aveva 1560 abitanti.