Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)
QUINTO nel Val d’Arno sotto Firenze
Contrada deliziosa fra sesto e Castello, dalla quale ha preso il vocabolo la parrocchia di S. Maria a Quinto, nel piviere Comunità Giurisdizione e circa un miglio toscano a levante grecale di sesto Diocesi e Compartimento di Firenze.
La chiesa di Quinto risiede sulle falde estreme dei colli che formano la base meridionale del monte Morello, alla sinistra del fosso Zambra e sopra la strada rotabile che staccasi dalla provinciale di Prato, al borgo sotto Quarto, la quale passando per castello, Quinto, Doccia e Colonnata ritorna sulla provinciale al di là del Borgo di Sesto.
Nel distretto di Quinto fino dal secolo XI se non prima possedeva il capitolo della cattedrale di Firenze, mentre nel 1037 il Pontefice benedetto IX e quindi nel 1050 Leone IX, finalmente nel 28 dicembre 1076 Gregorio VII confermarono la Corte di Quinto a quei canonici, e fu nel principio del secolo stesso quando il Vescovo Ildebrando
(anno 1013) donò al monastero da esso fondato in S. Miniato al Monte sopra Firenze un pezzo di terra posto nella corte di Quinto, dove più tardi quei monaci acquistarono il giuspadronato della chiesa parrocchiale compresi i suoi beni e pertinenze.
La qual cosa apparisce anche meglio da una bolla del Pontefice Lucio III data in Verona nel marzo 1184.
La chiesa di Quinto fu rimodernata e abbellita nel 1770 a spese del popolo per le cure del suo parroco Domenico Cioni.
Il distretto di Quinto va adorno di molte ville signorili, fra le quali primeggiarono quella Borghesi, già Torrigiani, la Mula del Dazi ora Gherardi, e sopra tutte la villa Torrigiani, (ERRATA : già Dragomanni) già Guidacci, che il Marchese Pietro Torrigiani ha di recente ricostruita quasi per intiero, adornandola di una magnifica ed elegante scala, nel tempo che va cingendola di vasti e ridenti praterie sostituiti a campi sativi coperti di alberi da frutto, e più che altro di ulivi, cui sottentrano piante di fiori e deliziosi boschetti praticabili per sinuosi viali.
La parrocchia di S. Maria a Quinto nel 1833 noverava 552 abitanti.
Quinto
QUINTO nel Val d’Arno sotto Firenze
Contrada deliziosa fra sesto e Castello, dalla quale ha preso il vocabolo la parrocchia di S. Maria a Quinto, nel piviere Comunità Giurisdizione e circa un miglio toscano a levante grecale di sesto Diocesi e Compartimento di Firenze.
La chiesa di Quinto risiede sulle falde estreme dei colli che formano la base meridionale del monte Morello, alla sinistra del fosso Zambra e sopra la strada rotabile che staccasi dalla provinciale di Prato, al borgo sotto Quarto, la quale passando per castello, Quinto, Doccia e Colonnata ritorna sulla provinciale al di là del Borgo di Sesto.
Nel distretto di Quinto fino dal secolo XI se non prima possedeva il capitolo della cattedrale di Firenze, mentre nel 1037 il Pontefice benedetto IX e quindi nel 1050 Leone IX, finalmente nel 28 dicembre 1076 Gregorio VII confermarono la Corte di Quinto a quei canonici, e fu nel principio del secolo stesso quando il Vescovo Ildebrando
(anno 1013) donò al monastero da esso fondato in S. Miniato al Monte sopra Firenze un pezzo di terra posto nella corte di Quinto, dove più tardi quei monaci acquistarono il giuspadronato della chiesa parrocchiale compresi i suoi beni e pertinenze.
La qual cosa apparisce anche meglio da una bolla del Pontefice Lucio III data in Verona nel marzo 1184.
La chiesa di Quinto fu rimodernata e abbellita nel 1770 a spese del popolo per le cure del suo parroco Domenico Cioni.
Il distretto di Quinto va adorno di molte ville signorili, fra le quali primeggiarono quella Borghesi, già Torrigiani, la Mula del Dazi ora Gherardi, e sopra tutte la villa Torrigiani, (ERRATA : già Dragomanni) già Guidacci, che il Marchese Pietro Torrigiani ha di recente ricostruita quasi per intiero, adornandola di una magnifica ed elegante scala, nel tempo che va cingendola di vasti e ridenti praterie sostituiti a campi sativi coperti di alberi da frutto, e più che altro di ulivi, cui sottentrano piante di fiori e deliziosi boschetti praticabili per sinuosi viali.
La parrocchia di S. Maria a Quinto nel 1833 noverava 552 abitanti.