Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)
SESTO (ad Sextum lapidati) nel Val d'Arno fiorentino. (Sesto Fiorentino)
Grosso borgo con an tica chiesa plebana, (S. Martino) capoluogo di Comunità, e residenza di uno de' podestà suburbani di Firenze, nella Diocesi Compartimento e quasi sei miglia toscane a maestrale della capitale.
Cotesto borgo di Sesto è attraversalo dalla strada maestra di Prato presso la sesta pietra miliare, dalla quale già da gran tempo prese il vocabolo di Sesto.
Risiede in mezzo ad una fruttifera e ricca pianura nota specialmente per la eccellente qualità del suo grano gentile, o calvello.
Trovasi fra il grado 18° 51' longitudine ed il grado 43° 50' latitudine, circa 6 miglia toscane a maestrale di Firenze,
5 miglia toscane a scirocco di Prato, quasi 3 miglia toscane a grecale di Campi, altrettante a ostro scirocco di Calenzano, ed un miglio toscano appena a libeccio della cospicua fabbrica delle porcellane Ginori di Doccia.
Dopo quanto fu detto agli Articoli DECIMO, QUARTO e QUINTO non si starà qui ad aggiungere il perché questo al pari di molti altri luoghi omonimi situati lungo una strada municipale alla distanza di circa sei miglia dalla città, si appelli Sesto.
Per quanto la pieve di S. Martino a Sesto vicina a Colonnata sia rammentata con quest'ultimo nomignolo in un'istrurnento dell'anno 868, pure sotto il vocabolo specifico di Sesto essa col suo borgo è nominata in una carta di poco posteriore al mille.
È un rogito dell’Archivio della Metropolitana fiorentina scritto nel 1025 di giugno, e di già citato all’Articolo PESCINA DI MONTE MORELLO. – (LAMI, Monum. Eccl. Flor. pag. 1419).
Alla stessa pagina il Lami riporta l'estratto di altro istrumento dell'agosto 1031, nel quale si fa menzione della pieve di S. Martino a Sesto.
Anche alla pagina 1431 lo stesso A. diede la sinopsi di un contratto scritto in Colonnata nel piviere di Sesto lì 25 marzo del 1084.
Vedere COLONNATA DI SESTO.
All'Articolo poi CERCINA fu riportato il sunto di altra scrittura del 24 aprile 1042, dalla quale apparisce, che una ricca donna fiorentina cede al proprio figlio molte sue possessioni e corti poste in varii luoghi del territorio fiorentino, fra le quali una corte situata in Firenze, una sulla Marina (fiumana), una corte in loco Sesto, ed altra corte posta in Cercina.
Ma in quella cessione si tratta di case e di possessioni di terreni e non di giurisdizione civile sopra gli abitanti del borgo di Sesto.
Acquistarono bensì in Sesto verso il secolo XIII una qualche signoria i vescovi di Firenze, comecché rispetto a rapporti civili e governativi i rettori o vicarj, che i vescovi vi tenevano, dipendessero dal potestà e dal governo politico della Repubblica Fiorentina.
In che maniera cotesto paese al pari di tanti altri del contado e diocesi fiorentina cadesse sotto la giurisdizione economica de' suoi vescovi la storia lo tace, e solamente ne fa sapere, che cotesta mensa al pari del capitolo fiorentino fino dal secolo XIII vi possedeva dei predii e che i suoi vescovi per enfiteusi dei medesimi esigevano tributi da diversi abitatori di Sesto e del suo pievanato; cosicché quei livellarj di terreni e di case dovevano su di ciò render ragione ai rettori ed agenti dei vescovi fiorentini, i quali risedevano in Sesto.
Fu perciò che il vescovo Giovanni Mangiadori verso il 1260 scomunicò gli uomini di Sesto e del suo piviere perché avevano molestato il suo rettore, ossia esattore, rispetto ai diritti e tributi non pagati alla mensa vescovile fiorentina, sic come lo stesso Vescovo per la ragione medesima aveva scomunicato gli uffiziali del Comune del Borgo S. Lorenzo in Mugello.
A dimostrare poi che quei rettori de' vescovi di Firenze agissero da amministratori de' beni di quella mensa, anziché da giusdicenti, citar potrei molti fatti dai quali apparisce che i vescovi qualche volta ricorrevano alle armi spirituali, quando non erano assistiti dal braccio secolare, ad oggetto di ottenere dai loro fittuarj i frutti scaduti.
Quindi è che sotto di 16 marzo 1264 (stile comune) trovasi una querela portala in giudizio dal sindaco di Giovanni Mangiadori vescovo di Firenze contro tre abitanti del popolo di S. Maria a Querceto nel piviere di Sesto, rispetto ad una casa con terre lavorative poste in detto popolo ottenute da essi ad enfiteusi dalla mensa fiorentina.
Su di che fu in quel giorno pronunziata sentenza in favore del vescovo.
(LAMI, Monum. Eccl. Flor. pag. 763-764 e altrove).
Quanto poi sia cambiata la faccia di questa deliziosa contrada, lo indica il nome restato di Querceto alla parrocchia più vicina della pieve di Sesto, oggi ridotta ad una delle piagge più ridenti del piviere; lo da a conoscere il vocabolo di Gualdo (bosco), titolo di un altro popolo di questo piviere; lo dimostrano i fianchi denudati del Monte Morello sellanti al territorio di Sesto, i quali furono un di rivestiti di giganteschi abeti.
Inoltre lo da a divedere il luogo appellato Selva esistito nella parrocchia stessa di S. Martino a Sesto.
Servirà per dimostrare cotest'ultimo vero un contratto rogalo in Firenze lì 12 febbrajo del 1306, col qua le donna Bice restata vedova di Ser Cresta figlio del famoso Ser Brunetto Latini del popolo di S. Maria Maggiore di Firenze, come tutrice di Ticia e di Francesca figlie sue e di detto Ser Cresta, autorizzata da Cione di Baldo vino suo Mondualdo, offrì in dono alla badessa e monache di S. Maria Maddalena delle Convertite di Firenze, in mano di Parisio pievano di S.Pietro a Vaglia, un pezzo di terra posto in luogo detto la Selva nel popolo della pieve di S. Martino a Sesto.
(ARCH. DIPL. FIOR. Carte di Cestello e della Badia a Settimo ).
Il piviere di Sesto fino dal 1299 comprendeva le chiese e popoli seguenti:
1. Pieve di S. Martino a Sesto;
2. Prioria di S. Lucia a Settimello;
3. S. Jacopo a Querceto;
4. S. Romolo a Colonnata;
5. S. Maria a Quinto;
6. S. Maria in Podale;
7. S. Lorenzo a Sesto ;
8. S. Donato a Lonciano;
9. S. Giusto in Gualdo;
10. S. Stefano in Piscina;
11. S. Maria a Morello;
12. S. Bartolo a Carmign anello.
Quest' ultimo popolo sul declinare del secolo XVIII è stato unito all'altro di S. Silvestro a Raffignano; così il popolo di Lonciano fu unito a S. Giusto in Gualdo.
In quanto alla chiesa di S. Lorenzo a Sesto , non comparisce nei cataloghi di epoche posteriori; e nettampoco nel balzello imposto nel 1444 dalla Repubblica Fiorentina per pivieri; nella quale circostanza il piviere di S. Martino a Sesto fu tassato nella somma di 81 fiorini d'oro, repartita fra i suoi popoli nel modo qui appresso:
Popolo della pieve di Sesto, Fiorini 5
Popolo di S. Lucia a Settimello, Fiorini 8
Popolo di S. Maria a Querceto, Fiorini 13
Popolo di S. Romolo a Colonnata, Fiorini 2
Popolo di S. Maria a Morello, Fiorini 20
Popolo di S. Stefano in Piscina, Fiorini 12
Popolo di S. Maria a Quinto, Fiorini 10
Popolo di S. Maria in Padule, Fiorini 2
Popolo di S. Donato a Lonciano, Fiorini 7
Popolo di S. Giusto in Gualdo , Fiorini 2
Somma Fiorini 81
Fra i pievani più distinti di S. Martino a Sesto il dotto canonico Salvino Salvini nel suo catalogo de' Canonici della Metropolitana fiorentina segna sul principio del secolo XIII un canonico di detta Cattedrale per nome Arrigo (coetaneo di Arrigo da Settimello) il quale fu anche nel 1202 pievano di S. Martino a Sesto.
MOVIMENTO della Popolazione della PARROCCHIA PLEBANA DI SESTO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551:
Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici secolari e regolari -;
numero delle famiglie 187; totale della popolazione 1064.
ANNO 1745:
Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici secolari e regolari -;
numero delle famiglie 341; totale della popolazione 2038.
ANNO 1833:
Impuberi maschi 591;
femmine 691;
adulti maschi 452,
femmine 460;
coniugati dei due sessi 1202;
ecclesiastici secolari e regolari 3;
numero delle famiglie 588;
totale della popolazione 3399.
ANNO 1840:
Impuberi maschi 560;
femmine 502;
adulti maschi 623,
femmine 705;
coniugati dei due sessi 1310;
ecclesiastici secolari e regolari 5;
numero delle famiglie 656;
totale della popolazione 3705.
Comunità di Sesto.
Il territorio di questa Comunità abbraccia una superficie di 14770 quadrati dai quali sono da detrarre 441 quadrati percorsi da acque e strade.
Vi abitavano nel 1833 numero 8796 individui, a ragione di circa 488 persone per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
Confina con cinque Comunità.
Dal lato di libeccio e di ponente ha di fronte i territorj delle Comunità di Campi e di Calenzano, a partire dallo sbocco della strada comunale di Acqualonga nel fosso nuovo di Dogaja , quindi mediante piccoli tronchi di altre stra de comunitative arriva sul fosso Gaville, dal quale passa nella via di Pratignone e di là sulla strada maestra pratese.
Ivi cessa il territorio della prima Comunità di Campi e sottentra quello di Calenzano, coi quale fronteggia dirimpetto a ponente l'altro di Sesto, e dirigendosi a settentrione va incontro alla via delle Cappelle, mercé la quale voltando faccia da ponente a grecale attraversa la strada che da Querceto porta a Settimello, finché piegando a levante grecale rimontando il fosso delle Cave, i due territorj percorrono il fianco occidentale del poggio delle Cappelle, e di là sul Monte Morello rasentano a settentrione la chiesa di Morello.
Costassù passando sopra le sorgenti del torrente Rimaggio arrivano sul luogo detto l’Aja fra le due prominenze maggiori del monte, dove cessa il territorio di Calenzano e viene a confine quello della Comunità di Vaglia.
Costì il territorio comunitativo di Sesto volgendosi da primo a libeccio poscia a ostro scirocco percorre la schiena del monte sulle tracce del torrente Carzuola, col quale arriva ad un suo confluente, denominato il fosso del Boscaccio.
Alla congiunzione di cotesti due corsi di acqua il territorio comunitativo di Sesto abbandona il torrente Carzuola e rimonta a levante il fosso del Boscaccio fino alla strada traversa di S. Michele alle Macchie.
Ivi ripiegando da levante a libeccio, poscia a scirocco e finalmente a grecale il territorio della Comunità di Sesto di conserva con quello di Vaglia percorre intorno alla schiena del Monte Morello finché arriva sopra una delle sue prominenze orientali, conosciutissime sotto nome di Uccellatojo.
Costì i due territorii entrano nella strada vecchia bolognese posta a ponente del borghetto di Montorsoli, lungo la quale s’ incamminano di conserva verso scirocco per andare incontro alla strada postale di Bologna, mercé cui attraversano il borghetto di Montorsoli fino a che scendono nel fosso della Serracela.
Ivi cessa il territorio di Vaglia e viene a confine dirimpetto a scirocco quello della Comunità del Pellegrino, con il quale il nostro di Sesto si dirige, da primo, a libeccio mediante il fosso della Serruccia , quindi a ostro dopo essere entrati col fosso predetto nel torrente Terzolina, che presto oltrepassano per salire i poggi situati a ponente maestrale del vallone percorso dal torrente Terzolle onde riscendere in un suo tributario destro, il fosso delle Masse, che trovano sotto la chiesa di S. Silvestro a Rufignano.
Allora i due territorj comunitativi scendono di conserva verso ostro col fosso delle Masse nel torr. Terzolle che percorrono per breve tragitto; quindi lo lasciano a levante per incamminarsi in pianura, a ponente e poi a libeccio mediante corti tronchi di strade comunitative, e per quella maestra pratese, fino a che alla via detta del Berti cessa il territorio comunitativo del Pellegrino e vie ne a confine dal lato di ostro il territorio della Comunità di Brozzi, con il quale il nostro di Sesto fronteggia dirimpetto a scirocco dirigendosi a libeccio nel fosso nuovo di Dogaja , che serve di confine alle due Comunità fino allo sbocco della strada d’ Acqualonga, dove ritorna a confine il territorio della Comunità di Campi.
Fra le prominenze più elevate di questo territorio la prima è quella della sommità meridionale del Monte Morello che fu riscontrata dal P. Inghirami a 1569 braccia sopra il livello del mare.
Dalla stessa cima poco differisce in altezza l’alt ra prominenza del Monte Morello che sporge verso maestrale; sennonché questa spetta alla Comunità di Calenzano.
Infatti il Monte-Morello può dirsi la montuosità più elevata ed il più colossale contrafforte meridionale dell’Appennino che sporga sul Val d'Arno fiorentino inoltrandosi dal monte di Fò fra la fiumana della Garza e quella della Marina.
L’ altra montuosità compresa nel territorio di Sesto, misurata dallo stesso P. In ghirami, è quella sopra Castiglioni di Cercina spettante ad uno sprone orientale del Monte Morello, denominato Monte Girello.
La quale sommità calcolata dal campanile della chiesa di Castiglioni fu trovata braccia 746 superiore al livello del mare Mediterraneo.
Spetta pure ad altra prominenza uno sprone orientale del Monte Morello quello fra Pratolino ed il Girello di Cercina, appellato dell' Uccellatojo , il quale sebbene non sia più di 700 braccia elevato sopra il mare, pure essa è stato reso celebre dal divino Alighieri quando di esso cantò:
Non era vinto ancora Montemalo.
Dal vostro Uccellatojo, che, com’è; vinto
Nel montar su, così sarà nel calo.
(PARAD. Canto XV.)
Fra i corsi d’ acqua che bagnano il territorio comunitativo di Sesto contatisi soli l'ossi e torrentelli, il maggiore de' quali è il fosso nuovo della Dogaja che raccoglie le acque della pianura fra Sesto e Brozzi, oltre i rivi che scendono dal fianco meridionale del Monte-Morello per via dei fossi Zambra e Rimaggio.
Molte sono le strade rotabili, le quali percorrono in varia direzione il territorio di questa Comunità, senza indicare tante altre vie e viali tracciati in mezzo ai possessi privati.
Tale è la strada maestra pratese che attraversa da levante a ponente il territorio di Sesto, e che passa in mezzo al borgo costituente il capoluogo; tali sono le molte strade rotabili comunitative di Quarto, di Quinto, di Doccia, ecc. tracciate a pie del Monte Morello, e quelle sotto la strada maestra pratese dirette a Peretola a Brozzi, ecc.
Non dirò poi delle grandiose ville signorili, dalle quali trovasi sparsa e quasi coperta cotesta campagna, massimamente a pie delle ultime pendici meridionali del Monte Morello, giacché costà risiede presso quella Corsini l'I. e R. Villa di Castello con delizioso annesso, la R. Villa della Petraja e suo parco, mentre a levante della Petraja fa bella mostra di sé altra grandiosa villa signorile di Quarto già Pasquali, ora del Principe Demidoff, ed al suo ponente si distinguono sopra molle le ville Torrigiani a Quinto, e quella Ginori alla Doccia, alla quale ultima forma corona e corredo un vasto parco, e la prima ed unica fabbrica di Porcellane ch'esista in Italia.
Rispetto alla struttura fisica del suolo di questa Comunità, esso dalla parte del monte è coperto generalmente di alberese, o calcarea compatta, la quale a luoghi alterna col grès antico e con lo schisto calcareo marnoso, specialmente alla sinistra del vallone del Terzolle; mentre la pianura è profondamente ripiena dal terreno di trasporto misto a ciottoli e ghiaje di alberese.
E nel fianco meridionale del Monte Morello, donde scaturiscono dalle rocce di alberese co piose sorgenti di acque limpide e perenni, le quali non solo alimentano molti edifìzj di mulini e franto), ma che forniscono copiose fontane al parco regio di Castello, ai giardini di Quarto, delle Quiete, di Quinto e di Doccia; ed è da questo monte donde anticamente Firenze riceveva acqua salubre portatavi per mezzo di acquedotti.
Nell'Articolo CASTELLO DI QUARTO sospettai che cotesto nome fosse derivato dalla ricchezza delle acque perenni che discendono fino costà dal Monte Morello e da quello contiguo di Cercina, costà dove ne' tempi romani quelle acque (diceva io) probabilmente allacciaronsi per riceverle in una gran cisterna, ossia Castello de' fontanieri antichi, innanzi di avviarle per acquedotti a Firenze.
Nulla dirò dei molti e squisiti prodotti di questo territorio, poiché rispetto alla pianura è troppo celebre il grano gentile di Sesto, che a niuno è secondo fra tutti i grani dell’Italia; non rammenterò gli oliveti, le vigne e la quantità dei giardini che adornano ed arricchiscono i fianchi inferiori del monte e le colline che si estendono fino alla pianura alla destra della strada maestra pratese; solamente aggiungerò che nei secoli della Repubblica Fiorentina la parte superiore del Monte Morello era vestita al pari dell’Appennino di Camaldoli di annosi abeti, del cui legname si servì non solo Cosimo I per le travature degli Uffizj RR. di Firenze, ma ancora la Signoria della Repubblica quando ordinò che si atterrassero gli abeti del Monte Morello per fare palchi ed altri lavori nel Palazzo de' Signori.
(GAYE, Carteggio di Artisti inedito, Volumre III. lett. 51.)
Sotto il governo Mediceo il potestà di Sesto abbracciava nella sua giurisdizione civile anche il distretto di Fiesole, sicché quel giusdicente portava il doppio titolo di potestà di Sesto e Fiesole.
La Comunità mantiene un medico, un chirurgo ed un maestro di scuola.
Non vi sono mercati settimanali.
Vi si tiene bensì una fiera annuale che cade nel dì 29 agosto.
L'ingegnere di Circondario è quello di Fiesole; la cancelleria Comunitativa sta al Pellegrino, l’uffizio per l’esazione del Registro, la conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di Prima istanza sono in Firenze.
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di SESTO a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Castello, titolo della chiesa: S. Michele (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 702,
abitanti anno 1745 n° 945,
abitanti anno 1833 n° 1346,
abitanti anno 1840 n° 1488
- nome del luogo: Castiglioni di Cercina con i suoi annessi, titolo della chiesa: S. Michele (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 132,
abitanti anno 1745 n° 140,
abitanti anno 1833 n° 156,
abitanti anno 1840 n° 188
- nome del luogo: Cercina con gli annessi, titolo della chiesa: S. Andrea (Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 342,
abitanti anno 1745 n° 359,
abitanti anno 1833 n° 421,
abitanti anno 1840 n° 485
- nome del luogo: Colonnata, titolo della chiesa: S.Romolo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 262,
abitanti anno 1745 n° 554,
abitanti anno 1833 n° 749,
abitanti anno 1840 n° 757
- nome del luogo: Gualdo con l’annesso di Lonciano, titolo della chiesa: S. Giusto a Gualdo (Rettoria) e S. Donato a Lonciano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 34 (S. Giusto) e n° 68 (S. Donato),
abitanti anno 1745 n° 49 (S. Giusto) e n° 82 (S. Donato),
abitanti anno 1833 n° 141,
abitanti anno 1840 n°118
- nome del luogo: Morello, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 130,
abitanti anno 1745 n° 157,
abitanti anno 1833 n° 181,
abitanti anno 1840 n° 182
- nome del luogo: Padule, titolo della chiesa: S. Maria e S. Bartolo(Rettoria ), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 145,
abitanti anno 1745 n° 261,
abitanti anno 1833 n° 364,
abitanti anno 1840 n° 404
- nome del luogo: Quarto, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 273,
abitanti anno 1745 n° 299,
abitanti anno 1833 n° 546,
abitanti anno 1840 n° 656
- nome del luogo: Querceto, titolo della chiesa: S. Jacopo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 322,
abitanti anno 1745 n° 571,
abitanti anno 1833 n° 729,
abitanti anno 1840 n° 783
- nome del luogo: Quinto, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 453,
abitanti anno 1745 n° 451,
abitanti anno 1833 n° 552,
abitanti anno 1840 n° 62 9
- nome del luogo: Ruffignano con Carmignanello, titolo della chiesa: S. Silvestro a Ruffignano (Rettoria) S. Bartolo a Carmignanello (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 140 (S. Silvestro) e n° 66 (S. Bartolo),
abitanti anno 1745 n° 197,
abitanti anno 1833 n° 212,
abitanti anno 1840 n° 200
- nome del luogo: SESTO, titolo della chiesa: S. Martino (Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 1064,
abitanti anno 1745 n° 2038,
abitanti anno 1833 n° 3399,
abitanti anno 1840 n° 3705
- Totale abitanti anno 1551: n° 4137
- Totale abitanti anno 1745: n° 6103
- Totale abitanti anno 1833: n° 8796
- Totale abitanti anno 1840: n° 9595
SESTO nel val d’Arno pisano. – Vedere SETTIMO (S. CASSIANO A).
Sesto fiorentino
SESTO (ad Sextum lapidati) nel Val d'Arno fiorentino. (Sesto Fiorentino)
Grosso borgo con an tica chiesa plebana, (S. Martino) capoluogo di Comunità, e residenza di uno de' podestà suburbani di Firenze, nella Diocesi Compartimento e quasi sei miglia toscane a maestrale della capitale.
Cotesto borgo di Sesto è attraversalo dalla strada maestra di Prato presso la sesta pietra miliare, dalla quale già da gran tempo prese il vocabolo di Sesto.
Risiede in mezzo ad una fruttifera e ricca pianura nota specialmente per la eccellente qualità del suo grano gentile, o calvello.
Trovasi fra il grado 18° 51' longitudine ed il grado 43° 50' latitudine, circa 6 miglia toscane a maestrale di Firenze,
5 miglia toscane a scirocco di Prato, quasi 3 miglia toscane a grecale di Campi, altrettante a ostro scirocco di Calenzano, ed un miglio toscano appena a libeccio della cospicua fabbrica delle porcellane Ginori di Doccia.
Dopo quanto fu detto agli Articoli DECIMO, QUARTO e QUINTO non si starà qui ad aggiungere il perché questo al pari di molti altri luoghi omonimi situati lungo una strada municipale alla distanza di circa sei miglia dalla città, si appelli Sesto.
Per quanto la pieve di S. Martino a Sesto vicina a Colonnata sia rammentata con quest'ultimo nomignolo in un'istrurnento dell'anno 868, pure sotto il vocabolo specifico di Sesto essa col suo borgo è nominata in una carta di poco posteriore al mille.
È un rogito dell’Archivio della Metropolitana fiorentina scritto nel 1025 di giugno, e di già citato all’Articolo PESCINA DI MONTE MORELLO. – (LAMI, Monum. Eccl. Flor. pag. 1419).
Alla stessa pagina il Lami riporta l'estratto di altro istrumento dell'agosto 1031, nel quale si fa menzione della pieve di S. Martino a Sesto.
Anche alla pagina 1431 lo stesso A. diede la sinopsi di un contratto scritto in Colonnata nel piviere di Sesto lì 25 marzo del 1084.
Vedere COLONNATA DI SESTO.
All'Articolo poi CERCINA fu riportato il sunto di altra scrittura del 24 aprile 1042, dalla quale apparisce, che una ricca donna fiorentina cede al proprio figlio molte sue possessioni e corti poste in varii luoghi del territorio fiorentino, fra le quali una corte situata in Firenze, una sulla Marina (fiumana), una corte in loco Sesto, ed altra corte posta in Cercina.
Ma in quella cessione si tratta di case e di possessioni di terreni e non di giurisdizione civile sopra gli abitanti del borgo di Sesto.
Acquistarono bensì in Sesto verso il secolo XIII una qualche signoria i vescovi di Firenze, comecché rispetto a rapporti civili e governativi i rettori o vicarj, che i vescovi vi tenevano, dipendessero dal potestà e dal governo politico della Repubblica Fiorentina.
In che maniera cotesto paese al pari di tanti altri del contado e diocesi fiorentina cadesse sotto la giurisdizione economica de' suoi vescovi la storia lo tace, e solamente ne fa sapere, che cotesta mensa al pari del capitolo fiorentino fino dal secolo XIII vi possedeva dei predii e che i suoi vescovi per enfiteusi dei medesimi esigevano tributi da diversi abitatori di Sesto e del suo pievanato; cosicché quei livellarj di terreni e di case dovevano su di ciò render ragione ai rettori ed agenti dei vescovi fiorentini, i quali risedevano in Sesto.
Fu perciò che il vescovo Giovanni Mangiadori verso il 1260 scomunicò gli uomini di Sesto e del suo piviere perché avevano molestato il suo rettore, ossia esattore, rispetto ai diritti e tributi non pagati alla mensa vescovile fiorentina, sic come lo stesso Vescovo per la ragione medesima aveva scomunicato gli uffiziali del Comune del Borgo S. Lorenzo in Mugello.
A dimostrare poi che quei rettori de' vescovi di Firenze agissero da amministratori de' beni di quella mensa, anziché da giusdicenti, citar potrei molti fatti dai quali apparisce che i vescovi qualche volta ricorrevano alle armi spirituali, quando non erano assistiti dal braccio secolare, ad oggetto di ottenere dai loro fittuarj i frutti scaduti.
Quindi è che sotto di 16 marzo 1264 (stile comune) trovasi una querela portala in giudizio dal sindaco di Giovanni Mangiadori vescovo di Firenze contro tre abitanti del popolo di S. Maria a Querceto nel piviere di Sesto, rispetto ad una casa con terre lavorative poste in detto popolo ottenute da essi ad enfiteusi dalla mensa fiorentina.
Su di che fu in quel giorno pronunziata sentenza in favore del vescovo.
(LAMI, Monum. Eccl. Flor. pag. 763-764 e altrove).
Quanto poi sia cambiata la faccia di questa deliziosa contrada, lo indica il nome restato di Querceto alla parrocchia più vicina della pieve di Sesto, oggi ridotta ad una delle piagge più ridenti del piviere; lo da a conoscere il vocabolo di Gualdo (bosco), titolo di un altro popolo di questo piviere; lo dimostrano i fianchi denudati del Monte Morello sellanti al territorio di Sesto, i quali furono un di rivestiti di giganteschi abeti.
Inoltre lo da a divedere il luogo appellato Selva esistito nella parrocchia stessa di S. Martino a Sesto.
Servirà per dimostrare cotest'ultimo vero un contratto rogalo in Firenze lì 12 febbrajo del 1306, col qua le donna Bice restata vedova di Ser Cresta figlio del famoso Ser Brunetto Latini del popolo di S. Maria Maggiore di Firenze, come tutrice di Ticia e di Francesca figlie sue e di detto Ser Cresta, autorizzata da Cione di Baldo vino suo Mondualdo, offrì in dono alla badessa e monache di S. Maria Maddalena delle Convertite di Firenze, in mano di Parisio pievano di S.Pietro a Vaglia, un pezzo di terra posto in luogo detto la Selva nel popolo della pieve di S. Martino a Sesto.
(ARCH. DIPL. FIOR. Carte di Cestello e della Badia a Settimo ).
Il piviere di Sesto fino dal 1299 comprendeva le chiese e popoli seguenti:
1. Pieve di S. Martino a Sesto;
2. Prioria di S. Lucia a Settimello;
3. S. Jacopo a Querceto;
4. S. Romolo a Colonnata;
5. S. Maria a Quinto;
6. S. Maria in Podale;
7. S. Lorenzo a Sesto ;
8. S. Donato a Lonciano;
9. S. Giusto in Gualdo;
10. S. Stefano in Piscina;
11. S. Maria a Morello;
12. S. Bartolo a Carmign anello.
Quest' ultimo popolo sul declinare del secolo XVIII è stato unito all'altro di S. Silvestro a Raffignano; così il popolo di Lonciano fu unito a S. Giusto in Gualdo.
In quanto alla chiesa di S. Lorenzo a Sesto , non comparisce nei cataloghi di epoche posteriori; e nettampoco nel balzello imposto nel 1444 dalla Repubblica Fiorentina per pivieri; nella quale circostanza il piviere di S. Martino a Sesto fu tassato nella somma di 81 fiorini d'oro, repartita fra i suoi popoli nel modo qui appresso:
Popolo della pieve di Sesto, Fiorini 5
Popolo di S. Lucia a Settimello, Fiorini 8
Popolo di S. Maria a Querceto, Fiorini 13
Popolo di S. Romolo a Colonnata, Fiorini 2
Popolo di S. Maria a Morello, Fiorini 20
Popolo di S. Stefano in Piscina, Fiorini 12
Popolo di S. Maria a Quinto, Fiorini 10
Popolo di S. Maria in Padule, Fiorini 2
Popolo di S. Donato a Lonciano, Fiorini 7
Popolo di S. Giusto in Gualdo , Fiorini 2
Somma Fiorini 81
Fra i pievani più distinti di S. Martino a Sesto il dotto canonico Salvino Salvini nel suo catalogo de' Canonici della Metropolitana fiorentina segna sul principio del secolo XIII un canonico di detta Cattedrale per nome Arrigo (coetaneo di Arrigo da Settimello) il quale fu anche nel 1202 pievano di S. Martino a Sesto.
MOVIMENTO della Popolazione della PARROCCHIA PLEBANA DI SESTO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551:
Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici secolari e regolari -;
numero delle famiglie 187; totale della popolazione 1064.
ANNO 1745:
Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici secolari e regolari -;
numero delle famiglie 341; totale della popolazione 2038.
ANNO 1833:
Impuberi maschi 591;
femmine 691;
adulti maschi 452,
femmine 460;
coniugati dei due sessi 1202;
ecclesiastici secolari e regolari 3;
numero delle famiglie 588;
totale della popolazione 3399.
ANNO 1840:
Impuberi maschi 560;
femmine 502;
adulti maschi 623,
femmine 705;
coniugati dei due sessi 1310;
ecclesiastici secolari e regolari 5;
numero delle famiglie 656;
totale della popolazione 3705.
Comunità di Sesto.
Il territorio di questa Comunità abbraccia una superficie di 14770 quadrati dai quali sono da detrarre 441 quadrati percorsi da acque e strade.
Vi abitavano nel 1833 numero 8796 individui, a ragione di circa 488 persone per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
Confina con cinque Comunità.
Dal lato di libeccio e di ponente ha di fronte i territorj delle Comunità di Campi e di Calenzano, a partire dallo sbocco della strada comunale di Acqualonga nel fosso nuovo di Dogaja , quindi mediante piccoli tronchi di altre stra de comunitative arriva sul fosso Gaville, dal quale passa nella via di Pratignone e di là sulla strada maestra pratese.
Ivi cessa il territorio della prima Comunità di Campi e sottentra quello di Calenzano, coi quale fronteggia dirimpetto a ponente l'altro di Sesto, e dirigendosi a settentrione va incontro alla via delle Cappelle, mercé la quale voltando faccia da ponente a grecale attraversa la strada che da Querceto porta a Settimello, finché piegando a levante grecale rimontando il fosso delle Cave, i due territorj percorrono il fianco occidentale del poggio delle Cappelle, e di là sul Monte Morello rasentano a settentrione la chiesa di Morello.
Costassù passando sopra le sorgenti del torrente Rimaggio arrivano sul luogo detto l’Aja fra le due prominenze maggiori del monte, dove cessa il territorio di Calenzano e viene a confine quello della Comunità di Vaglia.
Costì il territorio comunitativo di Sesto volgendosi da primo a libeccio poscia a ostro scirocco percorre la schiena del monte sulle tracce del torrente Carzuola, col quale arriva ad un suo confluente, denominato il fosso del Boscaccio.
Alla congiunzione di cotesti due corsi di acqua il territorio comunitativo di Sesto abbandona il torrente Carzuola e rimonta a levante il fosso del Boscaccio fino alla strada traversa di S. Michele alle Macchie.
Ivi ripiegando da levante a libeccio, poscia a scirocco e finalmente a grecale il territorio della Comunità di Sesto di conserva con quello di Vaglia percorre intorno alla schiena del Monte Morello finché arriva sopra una delle sue prominenze orientali, conosciutissime sotto nome di Uccellatojo.
Costì i due territorii entrano nella strada vecchia bolognese posta a ponente del borghetto di Montorsoli, lungo la quale s’ incamminano di conserva verso scirocco per andare incontro alla strada postale di Bologna, mercé cui attraversano il borghetto di Montorsoli fino a che scendono nel fosso della Serracela.
Ivi cessa il territorio di Vaglia e viene a confine dirimpetto a scirocco quello della Comunità del Pellegrino, con il quale il nostro di Sesto si dirige, da primo, a libeccio mediante il fosso della Serruccia , quindi a ostro dopo essere entrati col fosso predetto nel torrente Terzolina, che presto oltrepassano per salire i poggi situati a ponente maestrale del vallone percorso dal torrente Terzolle onde riscendere in un suo tributario destro, il fosso delle Masse, che trovano sotto la chiesa di S. Silvestro a Rufignano.
Allora i due territorj comunitativi scendono di conserva verso ostro col fosso delle Masse nel torr. Terzolle che percorrono per breve tragitto; quindi lo lasciano a levante per incamminarsi in pianura, a ponente e poi a libeccio mediante corti tronchi di strade comunitative, e per quella maestra pratese, fino a che alla via detta del Berti cessa il territorio comunitativo del Pellegrino e vie ne a confine dal lato di ostro il territorio della Comunità di Brozzi, con il quale il nostro di Sesto fronteggia dirimpetto a scirocco dirigendosi a libeccio nel fosso nuovo di Dogaja , che serve di confine alle due Comunità fino allo sbocco della strada d’ Acqualonga, dove ritorna a confine il territorio della Comunità di Campi.
Fra le prominenze più elevate di questo territorio la prima è quella della sommità meridionale del Monte Morello che fu riscontrata dal P. Inghirami a 1569 braccia sopra il livello del mare.
Dalla stessa cima poco differisce in altezza l’alt ra prominenza del Monte Morello che sporge verso maestrale; sennonché questa spetta alla Comunità di Calenzano.
Infatti il Monte-Morello può dirsi la montuosità più elevata ed il più colossale contrafforte meridionale dell’Appennino che sporga sul Val d'Arno fiorentino inoltrandosi dal monte di Fò fra la fiumana della Garza e quella della Marina.
L’ altra montuosità compresa nel territorio di Sesto, misurata dallo stesso P. In ghirami, è quella sopra Castiglioni di Cercina spettante ad uno sprone orientale del Monte Morello, denominato Monte Girello.
La quale sommità calcolata dal campanile della chiesa di Castiglioni fu trovata braccia 746 superiore al livello del mare Mediterraneo.
Spetta pure ad altra prominenza uno sprone orientale del Monte Morello quello fra Pratolino ed il Girello di Cercina, appellato dell' Uccellatojo , il quale sebbene non sia più di 700 braccia elevato sopra il mare, pure essa è stato reso celebre dal divino Alighieri quando di esso cantò:
Non era vinto ancora Montemalo.
Dal vostro Uccellatojo, che, com’è; vinto
Nel montar su, così sarà nel calo.
(PARAD. Canto XV.)
Fra i corsi d’ acqua che bagnano il territorio comunitativo di Sesto contatisi soli l'ossi e torrentelli, il maggiore de' quali è il fosso nuovo della Dogaja che raccoglie le acque della pianura fra Sesto e Brozzi, oltre i rivi che scendono dal fianco meridionale del Monte-Morello per via dei fossi Zambra e Rimaggio.
Molte sono le strade rotabili, le quali percorrono in varia direzione il territorio di questa Comunità, senza indicare tante altre vie e viali tracciati in mezzo ai possessi privati.
Tale è la strada maestra pratese che attraversa da levante a ponente il territorio di Sesto, e che passa in mezzo al borgo costituente il capoluogo; tali sono le molte strade rotabili comunitative di Quarto, di Quinto, di Doccia, ecc. tracciate a pie del Monte Morello, e quelle sotto la strada maestra pratese dirette a Peretola a Brozzi, ecc.
Non dirò poi delle grandiose ville signorili, dalle quali trovasi sparsa e quasi coperta cotesta campagna, massimamente a pie delle ultime pendici meridionali del Monte Morello, giacché costà risiede presso quella Corsini l'I. e R. Villa di Castello con delizioso annesso, la R. Villa della Petraja e suo parco, mentre a levante della Petraja fa bella mostra di sé altra grandiosa villa signorile di Quarto già Pasquali, ora del Principe Demidoff, ed al suo ponente si distinguono sopra molle le ville Torrigiani a Quinto, e quella Ginori alla Doccia, alla quale ultima forma corona e corredo un vasto parco, e la prima ed unica fabbrica di Porcellane ch'esista in Italia.
Rispetto alla struttura fisica del suolo di questa Comunità, esso dalla parte del monte è coperto generalmente di alberese, o calcarea compatta, la quale a luoghi alterna col grès antico e con lo schisto calcareo marnoso, specialmente alla sinistra del vallone del Terzolle; mentre la pianura è profondamente ripiena dal terreno di trasporto misto a ciottoli e ghiaje di alberese.
E nel fianco meridionale del Monte Morello, donde scaturiscono dalle rocce di alberese co piose sorgenti di acque limpide e perenni, le quali non solo alimentano molti edifìzj di mulini e franto), ma che forniscono copiose fontane al parco regio di Castello, ai giardini di Quarto, delle Quiete, di Quinto e di Doccia; ed è da questo monte donde anticamente Firenze riceveva acqua salubre portatavi per mezzo di acquedotti.
Nell'Articolo CASTELLO DI QUARTO sospettai che cotesto nome fosse derivato dalla ricchezza delle acque perenni che discendono fino costà dal Monte Morello e da quello contiguo di Cercina, costà dove ne' tempi romani quelle acque (diceva io) probabilmente allacciaronsi per riceverle in una gran cisterna, ossia Castello de' fontanieri antichi, innanzi di avviarle per acquedotti a Firenze.
Nulla dirò dei molti e squisiti prodotti di questo territorio, poiché rispetto alla pianura è troppo celebre il grano gentile di Sesto, che a niuno è secondo fra tutti i grani dell’Italia; non rammenterò gli oliveti, le vigne e la quantità dei giardini che adornano ed arricchiscono i fianchi inferiori del monte e le colline che si estendono fino alla pianura alla destra della strada maestra pratese; solamente aggiungerò che nei secoli della Repubblica Fiorentina la parte superiore del Monte Morello era vestita al pari dell’Appennino di Camaldoli di annosi abeti, del cui legname si servì non solo Cosimo I per le travature degli Uffizj RR. di Firenze, ma ancora la Signoria della Repubblica quando ordinò che si atterrassero gli abeti del Monte Morello per fare palchi ed altri lavori nel Palazzo de' Signori.
(GAYE, Carteggio di Artisti inedito, Volumre III. lett. 51.)
Sotto il governo Mediceo il potestà di Sesto abbracciava nella sua giurisdizione civile anche il distretto di Fiesole, sicché quel giusdicente portava il doppio titolo di potestà di Sesto e Fiesole.
La Comunità mantiene un medico, un chirurgo ed un maestro di scuola.
Non vi sono mercati settimanali.
Vi si tiene bensì una fiera annuale che cade nel dì 29 agosto.
L'ingegnere di Circondario è quello di Fiesole; la cancelleria Comunitativa sta al Pellegrino, l’uffizio per l’esazione del Registro, la conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di Prima istanza sono in Firenze.
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di SESTO a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Castello, titolo della chiesa: S. Michele (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 702,
abitanti anno 1745 n° 945,
abitanti anno 1833 n° 1346,
abitanti anno 1840 n° 1488
- nome del luogo: Castiglioni di Cercina con i suoi annessi, titolo della chiesa: S. Michele (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 132,
abitanti anno 1745 n° 140,
abitanti anno 1833 n° 156,
abitanti anno 1840 n° 188
- nome del luogo: Cercina con gli annessi, titolo della chiesa: S. Andrea (Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 342,
abitanti anno 1745 n° 359,
abitanti anno 1833 n° 421,
abitanti anno 1840 n° 485
- nome del luogo: Colonnata, titolo della chiesa: S.Romolo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 262,
abitanti anno 1745 n° 554,
abitanti anno 1833 n° 749,
abitanti anno 1840 n° 757
- nome del luogo: Gualdo con l’annesso di Lonciano, titolo della chiesa: S. Giusto a Gualdo (Rettoria) e S. Donato a Lonciano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 34 (S. Giusto) e n° 68 (S. Donato),
abitanti anno 1745 n° 49 (S. Giusto) e n° 82 (S. Donato),
abitanti anno 1833 n° 141,
abitanti anno 1840 n°118
- nome del luogo: Morello, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 130,
abitanti anno 1745 n° 157,
abitanti anno 1833 n° 181,
abitanti anno 1840 n° 182
- nome del luogo: Padule, titolo della chiesa: S. Maria e S. Bartolo(Rettoria ), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 145,
abitanti anno 1745 n° 261,
abitanti anno 1833 n° 364,
abitanti anno 1840 n° 404
- nome del luogo: Quarto, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 273,
abitanti anno 1745 n° 299,
abitanti anno 1833 n° 546,
abitanti anno 1840 n° 656
- nome del luogo: Querceto, titolo della chiesa: S. Jacopo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 322,
abitanti anno 1745 n° 571,
abitanti anno 1833 n° 729,
abitanti anno 1840 n° 783
- nome del luogo: Quinto, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 453,
abitanti anno 1745 n° 451,
abitanti anno 1833 n° 552,
abitanti anno 1840 n° 62 9
- nome del luogo: Ruffignano con Carmignanello, titolo della chiesa: S. Silvestro a Ruffignano (Rettoria) S. Bartolo a Carmignanello (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 140 (S. Silvestro) e n° 66 (S. Bartolo),
abitanti anno 1745 n° 197,
abitanti anno 1833 n° 212,
abitanti anno 1840 n° 200
- nome del luogo: SESTO, titolo della chiesa: S. Martino (Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 1064,
abitanti anno 1745 n° 2038,
abitanti anno 1833 n° 3399,
abitanti anno 1840 n° 3705
- Totale abitanti anno 1551: n° 4137
- Totale abitanti anno 1745: n° 6103
- Totale abitanti anno 1833: n° 8796
- Totale abitanti anno 1840: n° 9595
SESTO nel val d’Arno pisano. – Vedere SETTIMO (S. CASSIANO A).