Papi di Calcinaia, ovvero dalla Lastra...
...A Firenze furono creati nuovi Dieci di Balìa del mese di Gennaio addì XVIIII MCCCCV acciocchè potessero pensare di rimedio, cioè di quello fusse da fare per vincere Pisa, e che avessero tempo a pensarvi, innanzi che cominciasse il loro ufficio, che dovea cominciare il di primo di marzo. (.) (pag. 263) ed una notte addì nove di giugno MCCCCVI si missono a scalare dall'una delle parti a quella di San Marsono a scalare dall'una delle porte a quella di San Marco di notte in sul primo sonno, e ritte ch'ebbono le scale, parecchi fanti vi montarono su, e già essendo fu per le mura della terra, e tuttavia sagliendovene, le guardie di dentro vi s'abbatterono, e levato dentro il romore, chi eran de' nostri in sulle mure, gli pareva star male, e in fine chi era il sulle mura de' Pisani, cominciarono a dare à nostri delle punte, e de' verrettoni, ed essendo così i nostri assaltati da quelli delle mura, e da quelli della città, in fuga si cominciarono a gettare più pe le scale con gran furia, e fuvvene alcun ferito, e fuvvi uno, ch'aveva nome Papi da Calcinaia, ovvero dalla Lastra, il quale era di grandissimo cuore, e molto bene s'era portato in detta guerra contro à Pisani, il quale per vigore del bando, che qualunque sbandito del Comune di Firenze, ch'andasse personalmente a servire nel campo del Comune nostro, ovvero mettesse uno scambio sarebbe ribandito, salvochè chi avesse bando di ribello;
ed avendo il detto Papi bando per malificio da lui commesso personalmente, era stato a servire nel campo, e nel detto scalamento era stato il primo a scalare in sulle mura, in sulle quali azzuffandosi con uno di quelli di dentro, e insieme abbracciatesi, e poiché dibattuti si furono assai ambedue caddono a terra dalle mura dalla parte di dentro, e ambedue morirono.
I Pisani presono il corpo del detto Papi, e in su un'asse legato alla coda di un' asino per tutta Pisa lo feciono strascinare.
Per la quale crudeltà gli animi degli altri sbanditi, ch'erano nel nostro campo, forte sdegnarono, e incrudelirono, che cercarono di fare vendetta in modo, che chi loro arrivava alle mani, era da loro punito o di forza, o d'altro gran tormento.
Boreno Borsari ,Montelupo Fiorentino, 1945, appassionato di storia locale, ha pubblicato recentemente il libro San Mauro a Signa, tracce di storia, Sorms, Signa, 2002
Fonte :Commentari di Gino Capponi dell'acquisto di Pisa l'anno MCCCCVI In Cronichette Antiche di Varj Scrittori del buon secolo della lingua Toscana Fi, , 1733 Raccolta di cronichette.
Commentari di Gino Capponi dell'acquisto di Pisa l'anno MCCCCVI (1406) (pag.259)
Data ultima modifica:
09 dicembre 2016