Associazionismo mutuo soccorso
Le associazioni di mutuo soccorso, nate inizialmente nel Regno di Sardegna tra il 1848 e il 1859, iniziarono a svilupparsi in Toscana dopo l'unità d'Italia.
In precedenza se ne contavano in questa regione appena una ventina.
Nel 1875 nelle 8 provincie toscane il numero era salito a 162, di cui 75 nella provincia di Firenze.
Nel 1885 un censimento ministeriale ne contava 123 in questa medesima provincia.
Tale mutualismo si articolò in varie tipologie organizzative: società professionali costituite da soci di uno stesso mestiere, oppure miste, che permettevano l'iscrizione a soci di varie categorie lavorative.
La tipologia socio economica della base sociale era ampia, anche non operaia, benché nel titolo portassero la qualifica di Società operaia.
I contributi e la tassa di iscrizione di solito variavano in relazione all'età dei soci.
Oltre al fine assicurativo-economico contro le malattie, il mutualismo nei suoi promotori liberali moderati operò anche con sussidi per le vedove, gli orfani dei soci, la disoccupazione.
Per le classi dirigenti fu luogo di regolazione sul versante dell'assistenza e previdenza, fino ad allora svolto dalle corporazioni di mestiere e dalla chiesa.
La spinta socializzante che ne derivò, promosse anche attività relative all'istruzione dei soci, e a quelle di tipo cooperativo, oltre a legami con l'associazionismo ricreativo. (Gruppi musicali,corali, filodrammatiche,ecc.)
L'associazionismo fu luogo di dibattito politico, sia sul movimento operaio che all'interno dello stesso, ma anche terreno di divisioni politiche, per l'azione dei partiti popolari e della sinistra.
Bibliografia:
Luigi Tomassini, Il mutualismo nell'Italia liberale, Biblioteca digitale, 2015.