Giuseppe Simoncini - Storia di Lastra a Signa

Chiesa di Santo Stefano alle Busche o a Brucianese


I resti della chiesa di S. Stefano alle Busche, si trovano a poco più di un chilometro dalla stazione di Carmignano in direzione Empoli, a fianco della ferrovia.

E’ raggiungibile soltanto dal viottolo che costeggia l’Arno.

Le prime notizie di questa chiesa, col nome di Santo Stefano a Bruscianese, si hanno alla metà del 1200. Secondo il Repetti era stata patronato dei conti di Gangalandi, e da uno di questi, Ranuccio detto Buschia, prese probabilmente il nome.

Ma il dato non è confermato da documenti.

Il toponimo Busche compare solo nel 1505 dove durante la visita pastorale viene nominata per la prima volta ecclesiam Sancti Stephani dalle Busche, alias Brucianese, anche se in occasioni di visite successive viene definita solo Brucianesi alias de Collerotto (1535) o Brugianese (1541) per poi riprendere il toponimo alle Busche, quando da tempo il patronato era passato ai Frescobaldi.

Le visite evidenziano anche il patrimonio artistico della Chiesa ma non fanno menzione degli affreschi.

La descrizione del 1553 permette di identificare in un quadro che nel 1505 era stato descritto solo come una tabulam depictam pulchram alla moderna cum auro l’opera di Neri de’ Bicci che raffigura la Madonna col bambino in trono con i santi Stefano, Silvestro Papa, Bartolomeo, Lorenzo.

Opera donata, come si legge sul bordo inferiore, da “Tingho di Meo e figliuoli da Brucianese, per rimedio loro e dei loro parenti” e che ora è presente sull’altare della Madonna nella Chiesa di Poggio alla Malva.

La visita del 1652 riferisce che l’altar maggiore era stato ricostruito da poco tempo e ornato con un Martirio di Santo Stefano.

Si tratta della tela ora all’altare di Santo Stefano nella chiesa di Poggio alla Malva e recentemente restaurata, che Marco Ciatti ha attribuito a Cesare Dandini (1596-1656), mentre Sandro Bellesi lo ritiene frutto di una collaborazione fra il Dandini e l’allievo Giovan Domenico Ferrucci.

Sempre proveniente dalla Chiesa di Santo Stefano alle Busche (ma in origine era collocato nell’oratorio di S. Sebastiano) si trova sopra l’altar maggiore della Chiesa di Poggio alla Malva, un Crocifisso ligneo policromo, anche questo restaurato di recente, collocato stilisticamente nell’ambito dello scultore Baccio da Montelupo (1469-1535), e ritenuto dal popolo miracoloso, senza che sia stato possibile appurare storicamente l’origine di questa venerazione.

La leggenda racconta che quando le autorità religiose lo spostarono dall’oratorio di S. Sebastiano alla Chiesa di S. Stefano alle Busche, al mattino dopo miracolosamente fu ritrovato collocato nell’oratorio di S. Sebastiano. Dove alla fine rimase quando l’oratorio fu trasformato in chiesa parrocchiale.

Una piccola scultura in bronzo inchiodata su croce lignea è attribuita alla bottega di Pietro Tacca (1577-1640), ma non ci sono documenti per stabilire se appartenga sin dall’inizio alla Chiesa di Poggio alla Malva o se provenga, come è più probabile, dalla Chiesa di Santo Stefano alle Busche, che fu abbandonata nel 1741, quando la parrocchia trasferita a Poggio alla Malva nella nuova chiesa costruita dove era ubicato l’oratorio di S. Sebastiano.

Trasformata, ampliata e dotata di una bella e grande canonica, in questa nuova chiesa, che assunse il nome di Santo Stefano, furono trasferiti gli altari e i dipinti oltre agli arredi sacri provenienti dalle Busche.

Nessun accenno nei documenti agli affreschi trecenteschi, attribuiti dagli esperti alla bottega degli Orcagna, che, in due film sovrapposti, narravano la vita di Cristo dall’Annunciazione alla Risurrezione e che furono scoperti nella chiesa di S. Stefano alle Busche solo alla fine degli anni ’40 dal parroco Benvenuto Matteucci (divenuto poi Arcivescovo di Pisa) insieme a Piero Bargellini, che per oltre un anno fu ospite con la famiglia del parroco.

Staccati agli inizi degli anni ’50, tre affreschi furono collocati nella Chiesa di Poggio alla Malva (Bacio di Giuda, Flagellazione e Adorazione dei Pastori), mentre sette si trovano a Firenze nel Palazzo Bargellini di via delle Pinzochere (San Giovanni Battista, l’Annunciazione, l’Adorazione dei magi, l’Ultima cena, l’Incontro con le tre Marie, Cristo davanti a Pilato, la Deposizione).

In occasione del quarantennale dell’alluvione del 1966, la famiglia Bargellini ha manifestato l’intenzione di restituire alla Chiesa di Poggio alla Malva gli affreschi in loro possesso “per ricostruire così la collezione completa, affinché tutti abbiano la possibilità di ammirare l’intera serie” come si legge nella lettera che la stessa famiglia Bargellini ha inviato alla stampa il 4 ottobre 2006.

Il Comune di Carmignano sta studiando la possibilità di acquisire, anche attraverso privati, i fondi necessari per il completo restauro della vecchia chiesa di S. Stefano alle Busche, al fine di farne un museo, non con gli originali che saranno collocati nella chiesa di Poggio alla Malva, ma con copie fedeli per evitare il rischio alluvione dall’Arno.

Walter Nesti

Fonti:

-Chiesa di Santo Stefano alle Busche e Chiesa di Santo Stefano a Poggio alla Malva , a cura di Claudio Cerretelli e Marco Ciatti

-Archivio diocesano di Pistoia
 

Santo Stefano alle Busche (a)
Santo Stefano alle Busche (a)
Santo Stefano alle Busche (a)
Santo Stefano alle Busche (b)
Santo Stefano alle Busche (b)
Santo Stefano alle Busche (b)
Il bacio di Giuda (XIV sec,bottega degli Orcagna)
Il bacio di Giuda (XIV sec,bottega degli Orcagna)
Il bacio di Giuda (XIV sec,bottega degli Orcagna)
La flagellazione (XIV sec,bottega degli Orcagna)
La flagellazione (XIV sec,bottega degli Orcagna)
La flagellazione (XIV sec,bottega degli Orcagna)
Natività (XIV sec,bottega degli Orcagna)
Natività (XIV sec,bottega degli Orcagna)
Natività (XIV sec,bottega degli Orcagna)


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