Badia a Settimo
Probabilmente sorta per opera della famiglia comitale dei Cadolingi (non si hanno notizie certe in merito) anteriormente al 1000, ebbe inizialmente una fase cluniacense interrotta da una breve presenza vallombrosana.
Nel 1068 vi ebbe luogo la "prova del fuoco", ordalia (camminata su braci ardenti) invocata a dirimere la controversia tra i vallombrosani di Giovanni Gualberto e il Vescovo di Firenze Pietro Pavese, chiamato Mezzabarba, accusato di simonia.
Il "campione" dei monaci riuscì senza danno nell'impresa, e il Vescovo fatto dimettere da Papa Alessandro II.
Nel 1236 Papa Gregorio IX la concesse ai cistercensi (ordine originario di Cîteaux in Borgogna) provenienti da S.Galgano nel senese, che la trasformarono notevolmente.
Studiosi, artisti, coltivatori, essi importarono elementi dell'arte gotica francese che influirono sull'arte fiorentina del XIII e XIV secolo, ed ebbero grande importanza nell'economia del territorio limitrofo, su cui diffusero il loro sapere.
I monaci gestirono pescaie, mulini, traffici commerciali, rivestirono cariche nel governo di Firenze.
La Repubblica Fiorentina gli elesse a tesorieri dello stato e depositari del proprio Sigillo.
La Badia a Settimo raggiunse il massimo splendore fra XII e XVI sec.
Durante l'assedio di Firenze , Ottobre 1529/Agosto 1530, i monaci dovettero rifugiarsi in Firenze e lasciare il complesso in balia degli assalitori, che lo depredarono e incendiarono.
Iniziò un lento declino; nel XVII secolo la chiesa e il convento ebbero dei rifacimenti, ma nel 1783 la "soppressione totale" di Pietro Leopoldo, determinò la divisione della proprietà.
Larga parte del monastero passò a privati, e la chiesa di S.Salvatore fu ridotta a parrocchia da monsignore Antonio Martini.
E' stato avviata nel 2010, opera di recupero dell'intero complesso.
AGGIORNAMENTO 14 Aprile 2019
Grazie alla collaborazione fra don Carlo Maurizi, priore della Badia di Settimo e Paolo Nocentini presidente della Savino Del Bene, sponsor dell’iniziativa, la parte Sud Occidentale ritorna ad essere riunita con la parte Nord Orientale, separate a suo tempo nei modi qui sopra esposti.
Il. recupero è stato presentato l’11 Aprile nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato oltre a don Maurizio e Paolo Nocentini, anche il fondatore di Slow Food Carlo Petrini e Sergio Staino.
Il l 21 Febbraio 2019 è avvenuto il rogito di compravendita della parte mancante a nome della Fondazione “Opera della Badia di Settimo, con l’apporto decisivo della Savino Del Bene S.p.A che ha sostenuto gli obiettivi della Fondazione, costituitasi nel 2008 con lo scopo di valorizzare l’intero complesso.
Data ultima modifica:
03 giugno 2019