Lastrigiani ed ospiti illustri
(a cura di Mario Del Fante)
Nel 1956 Carlo Buti termina ufficialmente la sua carriera.
Per molti inspiegabilmente, per qualcuno è invece l’avvento del genere di Modugno che gli avrebbe fatto propendere per l’abbandono, ancora giovane e in piena forma.
A questo proposito, c’è un aneddoto che mi racconta Narciso Parigi: “Eravamo insieme al Festival di San Remo, seduti in platea uno accanto a l’altro, visto il successo di Modugno mi dice: ora, noi, possiamo andare a vendere noccioline !”
Il grande Carlo Buti, diventa il “so’ Carlo.
Si è costruita una villa a Codilungo, sulle colline di Lastra a Signa, dove è stimato e amato da tutti.
Quando con la sua Guzzi scende in paese tutti lo salutano ed è molto affabile : Scende dalla moto, con il basco in testa, e molte volte con la chitarra a tracolla per una stornellata, oppure per intrattenersi in amabili conversazioni ai tavolini del bar Tozzi o presso l’officina Pratesi.
Lastra a Signa è particolarmente fortunata di aver ospitato per lunghi anni, due campionissimi quali Enrico Caruso il re dei tenori e dell’opera italiana e Carlo Buti, detto anche il “piccolo Caruso”, re della canzone italiana.
Poi il trasferimento a Montelupo Fiorentino, dove ama passare il tempo soprattutto dedito alla sua grande passione: la pesca.
E proprio mentre sta pescando sul fiume Pesa, è colpito dalla prima avvisaglia del male che in poco tempo lo condurrà alla tomba.
Muore il 16 Novembre 1963, all’età di 61 anni, per il morbo di Parkinson.
È sepolto in una cappella del cimitero di Montelupo Fiorentino.
Carlo Buti, soggiorno a Lastra
(a cura di Mario Del Fante)
Nel 1956 Carlo Buti termina ufficialmente la sua carriera.
Per molti inspiegabilmente, per qualcuno è invece l’avvento del genere di Modugno che gli avrebbe fatto propendere per l’abbandono, ancora giovane e in piena forma.
A questo proposito, c’è un aneddoto che mi racconta Narciso Parigi: “Eravamo insieme al Festival di San Remo, seduti in platea uno accanto a l’altro, visto il successo di Modugno mi dice: ora, noi, possiamo andare a vendere noccioline !”
Il grande Carlo Buti, diventa il “so’ Carlo.
Si è costruita una villa a Codilungo, sulle colline di Lastra a Signa, dove è stimato e amato da tutti.
Quando con la sua Guzzi scende in paese tutti lo salutano ed è molto affabile : Scende dalla moto, con il basco in testa, e molte volte con la chitarra a tracolla per una stornellata, oppure per intrattenersi in amabili conversazioni ai tavolini del bar Tozzi o presso l’officina Pratesi.
Lastra a Signa è particolarmente fortunata di aver ospitato per lunghi anni, due campionissimi quali Enrico Caruso il re dei tenori e dell’opera italiana e Carlo Buti, detto anche il “piccolo Caruso”, re della canzone italiana.
Poi il trasferimento a Montelupo Fiorentino, dove ama passare il tempo soprattutto dedito alla sua grande passione: la pesca.
E proprio mentre sta pescando sul fiume Pesa, è colpito dalla prima avvisaglia del male che in poco tempo lo condurrà alla tomba.
Muore il 16 Novembre 1963, all’età di 61 anni, per il morbo di Parkinson.
È sepolto in una cappella del cimitero di Montelupo Fiorentino.
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