Oltreconfine
Cenni storici
Le vicende del “Mulinaccio” s’intrecciano con quelle della famiglia Galli, inurbata a Firenze nel 1574, dove un Agnolo di Matteo Galli vi svolse la professione di “lanciaio”.
(Apparteneva dal 1534 all’Arte o Università dei Fabbricanti)
Nel 1600 un Galli, Lorenzo, sposa Cornelia Tassi, (che porta in eredità Villa dei Lami) e avvia un processo di acquisizioni agrarie nelle zone circostanti.
Intorno al 1627 la Villa viene ristrutturata, e per accrescerne ulteriormente il prestigio, nel 1634 viene sbarrato con una diga il borro del Masseto (poi dei Lami) che scorreva nella vicina valle, creando un lago artificiale per vivaio di pesci e caccia.
Terminano nel 1644 lunghe dispute sulla zona di confine della diga con le terre dei vicini Cepperelli, che avanzavano diritti sul lago.
I Galli finiscono con l’acquisire il terreno adiacente.
Nel 1638 i Galli uniscono al proprio cognome quello dei Tassi per poter ereditari beni di quest’ultimi, a seguito di vincolo testamentario.
Nel 1648 è concesso ai Galli Tassi il permesso di costruire un mulino, che nel 1653 risulta operante.
Molto probabilmente nel 1736 il mulino ha cessato l’attività, secondo quanto deducibile da notizie tratte dai dazzaioli dell’Archivio Storico Comunale di Scandicci.
Tale inattività è documentata fino al 1774.
Successivamente non abbiamo notizie certe, il mulino potrebbe aver ripreso a funzionare, ma l’ipotesi appare dubbia.
Nel 1832 il Catasto Generale Toscano , alla particella corrispondente, riporta “mulino rovinato”.
Nel 1833 due fratelli perirono tragicamente nelle acque del lago che in seguito ( non se ne conosce la data) fu prosciugato su ordine del governo dell’epoca, …. non volendo o potendo il Patrono restaurarlo secondo l’uopo….
Come riportato da scritti della parrocchia di S.Vincenzo a Torri.
Mulinaccio (S.Vincenzo a Torri-Scandicci)
Cenni storici
Le vicende del “Mulinaccio” s’intrecciano con quelle della famiglia Galli, inurbata a Firenze nel 1574, dove un Agnolo di Matteo Galli vi svolse la professione di “lanciaio”.
(Apparteneva dal 1534 all’Arte o Università dei Fabbricanti)
Nel 1600 un Galli, Lorenzo, sposa Cornelia Tassi, (che porta in eredità Villa dei Lami) e avvia un processo di acquisizioni agrarie nelle zone circostanti.
Intorno al 1627 la Villa viene ristrutturata, e per accrescerne ulteriormente il prestigio, nel 1634 viene sbarrato con una diga il borro del Masseto (poi dei Lami) che scorreva nella vicina valle, creando un lago artificiale per vivaio di pesci e caccia.
Terminano nel 1644 lunghe dispute sulla zona di confine della diga con le terre dei vicini Cepperelli, che avanzavano diritti sul lago.
I Galli finiscono con l’acquisire il terreno adiacente.
Nel 1638 i Galli uniscono al proprio cognome quello dei Tassi per poter ereditari beni di quest’ultimi, a seguito di vincolo testamentario.
Nel 1648 è concesso ai Galli Tassi il permesso di costruire un mulino, che nel 1653 risulta operante.
Molto probabilmente nel 1736 il mulino ha cessato l’attività, secondo quanto deducibile da notizie tratte dai dazzaioli dell’Archivio Storico Comunale di Scandicci.
Tale inattività è documentata fino al 1774.
Successivamente non abbiamo notizie certe, il mulino potrebbe aver ripreso a funzionare, ma l’ipotesi appare dubbia.
Nel 1832 il Catasto Generale Toscano , alla particella corrispondente, riporta “mulino rovinato”.
Nel 1833 due fratelli perirono tragicamente nelle acque del lago che in seguito ( non se ne conosce la data) fu prosciugato su ordine del governo dell’epoca, …. non volendo o potendo il Patrono restaurarlo secondo l’uopo….
Come riportato da scritti della parrocchia di S.Vincenzo a Torri.