Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)
GONFOLINA, o GOLFOLINA (Petra Gulfolina) nel Val d’Arno sotto Firenze fra il Porto di Mezzo sotto Signa e Sanminiatello sopra Montelupo.
Questo nome è rimasto alla chiusa , ossia stretto in cui termina il Val d’Arno fiorentino, e dove per un tortuoso passaggio fra le rupi di duro macigno che fiancheggiano a destra i poggi del Barco di Artimino, e a sinistra quelli di Malmantile, il fiume si è aperta la via per entrare nel Val d’Arno inferiore.
Quindi gli antichi scrittori appellarono questo luogo lo Stretto della Pietra Golfolina, frase che in tre parole dà a conoscere la qualità del sito, l’indole del terreno, e il gonfo , o golfo che costà dovè formarsi in tempi remoti: intendo dire, innanzi che la natura più che l’arte scalzasse quelle rupi che facevano ostacolo al suo passaggio, e all’impeto delle acque.
All’articolo Artimino dissi, che il poggio su cui risiede il castello e palazzo omonimo presentasi sotto forma di un bastione all’ingresso superiore dello stretto meno angusto della Golfolina, donde probabilmente potè derivare il nome di Artimino, quasi Arctus minor.
Comecchè sia è ben credibile che la rosura lungo il seno della Golfolina sia opera tutta o quasi tutta della natura, piuttostoche tagliata dall’arte, siccome fu creduto da molti istorici, a partire dal buon Villani.
Fu forse questi il primo a opinare che il taglio della Golfolina fosse stato comandato dalla necessità di far sgorgare dal bacino intorno a Firenze le acque stagnanti; quindi una tal mano d’opera dell’incisione della Pietra Golfolina è stata ricordata nelle istorie fiorentine da Piero Boninsegni, da Bartolommeo della Scala, dall’Ammirato e dal Borghini.
Per egual modo molti seguitarono a supporre con lo stesso Villani, che Castruccio fosse cotanto credulo da lasciarsi infinocchiare dai maestri periti ingegneri, che non si poteva con una grossa muraglia alzare il corso del fiume Arno allo stretto della Pietra Golfolina per fare allargare Firenze, stantechè il calo di Arno da Fiorenza in fin laggiù era 150 braccia, e perciò lasciò di fare tale impresa .
(G. VILLANI, Cronic. Lib. IX. Cap.335).
Chi però si fece ad emendare questo passo del Villani, e de’seguaci suoi, incorse in un altro fallo, siccome avvenne all’autore della prefazione della Raccolta degli scrittori dell’Acque, il quale asserì: che se avessero i maestri ben misurato, trovato avrebbero, che il declive d’Arno non era se non la trentesima parte di quanto essi ritrovarono, vale a dire di sole 5 braccia da Firenze alla Golfolina.
Ma ove si adoprino istrumenti barometrici o meglio anco teodoliti ripetitori, si vedrebbe che dalla Pescaja di Ognissanti di Firenze sino al pelo dell’Arno davanti a Empoli, che è circa 7 miglia più sotto della Golfolina, la pendenza dell’Arno ammonta a circa br. 29; cosicchè prendendo la media proporzionale di br. 1 e 1/2 di pendenza per ogni miglio, si può dire che da Firenze alla Pietra Gonfolina vi sia un declive di br. 18 toscane.
La più antica rimembranza di cotesta chiusa, sotto nome di Pietra Gulfolina la trovo in un’istrumento del 9 maggio 1124, col quale Ubaldino figlio di Adimaro fece una permuta di beni con Giovanni arciprete e preposto della cattedrale di S. Giovanni e S. Reparata di Firenze;
per effetto della quale Ubaldino cedè al Capitolo alcune vigne, terre ec. Possedute da Bernardo arcidiacono figlio di altro Bernardo, e ricevè in cambio due moggia di terreno boschivo, posto sul Rio Maggiore, che sboccava ad Petram Gulfolinam.
(LAMI, Mon. Eccl. Flor. T.II. pag.1441).
Infatti tutta quella foce era coperta di macchia bassa, di lecci e di pinete che formavano, a destra le pinete de’Frescobaldi, poi il R. Parco di Artimino, mentre a sinistra, di dove scorre il rio di Colle maggiore, si conserva il nome delle Selve al soppresso mon. de’Frati Carmelitani della Congregazione di Mantova, alla vicina ch. parrocchiale, alla Villa Salviati, che accolse fra tanti distinti personaggi Galileo Galilei, alla magnifica villa di Bellosguardo del marchese Pucci, già de’Medici, a quella di Luciano degli Antinori, posta fra le Selve, il Malmantile e la Golfolina, ec.
Nella parte più angusta dello stretto di Golfolina esistono da gran tempo molte cave di pietra serena, consimile per grana, per colore e per uso a quella fiesolana, per cui viene adoperata per usi architettonici, e mediante l’Arno, o per l’Ombrone pistojese suo confluente all’ingresso della Golfolina, viene spedita per acqua a Firenze, a Pisa, Livorno, Pistoja e in varie altre città della Toscana.
Il dotto Giovanni Targioni – Tozzetti nell’esaminare la struttura delle rocce che costituiscono l’esterna ossatura dei monti di Artimino e della Gonfolina, e le cave di pietra serena ivi aperte da una remota età, osservò che la direzione delli strati è con la testata volta a grecale e la base a libeccio; che essi variano notabilmente fra di loro in altezza, in consistenza e in grossezza di grana, donde ne derivano essenzialmente macigni di qualità diversa.
In generale però la pietra arenaria della Gonfolina è di grana meno fine e meno uniforme di quella di Fiesole, racchiudendo bene spesso dei frammenti eterogenei, tanto del genere di altre pietre, quanto di fossili vegetabili, fra i quali il precitato naturalista riscontrò delle materie carbonizzate sotto l’aspetto di carbon fossile.
(TARGIONI Viaggi ec. T. I.)
Con la pietra di macigno alternano minori strati di schisto marnoso, ossia bisciajo.
Nella parte esterna del monte la pietra serena molte volte è rimpiazzata da strati di un conglomerato siliceo composto di piccole ghiaje di varia qualità e colori, la qual roccia avendo una figura consimile al legume chiamato cicerchia, dagli antichi litologi toscani fu appellata pietra cicerchina, corrispondente ad una pudinga , o grossolano conglomerato di arenaria.
Al pricipio dello stretto della Gonfolina ho detto che sbocca in Arno il fiume Ombrone pistojese, il quale dopo passato il Poggio a Cajano entra in un’angusta fora lambendo a destra i poggi di Artimino e di Comeana, mentre a sinistra rasenta le colline di Signa.
Vedere OMBRONE PISTOJESE.
La strada Regia pisana tracciata sulla sinistra ripa lungo il tortuoso alveo dell’Arno nella traversa della Gonfolina, fu resa carreggiabile, sotto il granducato di Francesco II, dopo la metà del secolo XVIII; giacchè nei tempi anteriori la via principale, conosciuta allora sotto il vocabolo di strada militare pisana , altrimenti detta di Malmantile, passava attraverso del monte davanti a quel castello che diede argomento al giocoso poema del Lippi, e ritornava sull’Arno (ERRATA : a San Miniatello presso Montelupo) sulla strada postale a Montelupo.
Non già che prima di allora non fosse stata aperta una strada sull’andamento a un di presso dell’attuale R. postale pisana.
Sì certo essa vi esisteva fino dal 1369, anno in cui la Signoria di Firenze conchiuse un trattato con il governo di Pisa, mercè cui fra i due popoli furono ristabilite le antiche franchigie delle respettive mercanzie; sicchè essendo stato riaperto ai legni e alle merci dei Fiorentini il Porto pisano, i senatori (dice l’Ammirato) per comodità de’mercanti dettero ordine di far la strada che passa per Golfolina lungo Arno, acciocchè i carri vi andassero comodamente.
Ma o gli ordini non furono eseguiti con troppa precisione, o con l’andare del tempo la strada della Golfolina tornò ad essere impraticabile dai carri più di quella selciata del Malmantile, siccome tale fu riscontrata dal prelodato Targioni Tozzetti nel 1742, quando disse:
“La strada per la quale io passai dalla Lastra a Montelupo è sufficientemente larga comoda e piana;
solo intorno alle Latomie della Golfolina è alquanto dirupata e impraticabile ai carriaggi;
ma con poca spesa si potrebbe ridurre usabile, e allora si farebbe assai meno scoscesa ed aspra dell’altra”.
-SUPPLEMENTO
GONFOLINA, o GOLFOLINA ecc.
Dove dice la strada militare pisana, altrimenti chiamata del Malmantile, ritornava sull’Arno a S. Miniatello , si legga, ritornava sulla strada postale Livornese a Montelupo.
In conferma poi di quanto asseriva l’Ammirato nella sua Storia fiorentina, che nel 1369 il governo per comodità de’ mercanti diede l’ordine di far la strada che passa per la Golfolina lungo l’Arno, il Gaye nel suo Carteggio di Artisti inedito, (Volume I. Appendice 2.°) riporta il sunto di una provvisione della Signoria in data del 6 agosto 1369, con la quale venne deliberato farsi la strada o via nuova prope flumen Arni et prope locum, cui dicitur la Pietra Golfolina, per quam cum curribus iri et rediri possit usque ad Montelupum.
GONFOLINA, o GOLFOLINA (Petra Gulfolina)
GONFOLINA, o GOLFOLINA (Petra Gulfolina) nel Val d’Arno sotto Firenze fra il Porto di Mezzo sotto Signa e Sanminiatello sopra Montelupo.
Questo nome è rimasto alla chiusa , ossia stretto in cui termina il Val d’Arno fiorentino, e dove per un tortuoso passaggio fra le rupi di duro macigno che fiancheggiano a destra i poggi del Barco di Artimino, e a sinistra quelli di Malmantile, il fiume si è aperta la via per entrare nel Val d’Arno inferiore.
Quindi gli antichi scrittori appellarono questo luogo lo Stretto della Pietra Golfolina, frase che in tre parole dà a conoscere la qualità del sito, l’indole del terreno, e il gonfo , o golfo che costà dovè formarsi in tempi remoti: intendo dire, innanzi che la natura più che l’arte scalzasse quelle rupi che facevano ostacolo al suo passaggio, e all’impeto delle acque.
All’articolo Artimino dissi, che il poggio su cui risiede il castello e palazzo omonimo presentasi sotto forma di un bastione all’ingresso superiore dello stretto meno angusto della Golfolina, donde probabilmente potè derivare il nome di Artimino, quasi Arctus minor.
Comecchè sia è ben credibile che la rosura lungo il seno della Golfolina sia opera tutta o quasi tutta della natura, piuttostoche tagliata dall’arte, siccome fu creduto da molti istorici, a partire dal buon Villani.
Fu forse questi il primo a opinare che il taglio della Golfolina fosse stato comandato dalla necessità di far sgorgare dal bacino intorno a Firenze le acque stagnanti; quindi una tal mano d’opera dell’incisione della Pietra Golfolina è stata ricordata nelle istorie fiorentine da Piero Boninsegni, da Bartolommeo della Scala, dall’Ammirato e dal Borghini.
Per egual modo molti seguitarono a supporre con lo stesso Villani, che Castruccio fosse cotanto credulo da lasciarsi infinocchiare dai maestri periti ingegneri, che non si poteva con una grossa muraglia alzare il corso del fiume Arno allo stretto della Pietra Golfolina per fare allargare Firenze, stantechè il calo di Arno da Fiorenza in fin laggiù era 150 braccia, e perciò lasciò di fare tale impresa .
(G. VILLANI, Cronic. Lib. IX. Cap.335).
Chi però si fece ad emendare questo passo del Villani, e de’seguaci suoi, incorse in un altro fallo, siccome avvenne all’autore della prefazione della Raccolta degli scrittori dell’Acque, il quale asserì: che se avessero i maestri ben misurato, trovato avrebbero, che il declive d’Arno non era se non la trentesima parte di quanto essi ritrovarono, vale a dire di sole 5 braccia da Firenze alla Golfolina.
Ma ove si adoprino istrumenti barometrici o meglio anco teodoliti ripetitori, si vedrebbe che dalla Pescaja di Ognissanti di Firenze sino al pelo dell’Arno davanti a Empoli, che è circa 7 miglia più sotto della Golfolina, la pendenza dell’Arno ammonta a circa br. 29; cosicchè prendendo la media proporzionale di br. 1 e 1/2 di pendenza per ogni miglio, si può dire che da Firenze alla Pietra Gonfolina vi sia un declive di br. 18 toscane.
La più antica rimembranza di cotesta chiusa, sotto nome di Pietra Gulfolina la trovo in un’istrumento del 9 maggio 1124, col quale Ubaldino figlio di Adimaro fece una permuta di beni con Giovanni arciprete e preposto della cattedrale di S. Giovanni e S. Reparata di Firenze;
per effetto della quale Ubaldino cedè al Capitolo alcune vigne, terre ec. Possedute da Bernardo arcidiacono figlio di altro Bernardo, e ricevè in cambio due moggia di terreno boschivo, posto sul Rio Maggiore, che sboccava ad Petram Gulfolinam.
(LAMI, Mon. Eccl. Flor. T.II. pag.1441).
Infatti tutta quella foce era coperta di macchia bassa, di lecci e di pinete che formavano, a destra le pinete de’Frescobaldi, poi il R. Parco di Artimino, mentre a sinistra, di dove scorre il rio di Colle maggiore, si conserva il nome delle Selve al soppresso mon. de’Frati Carmelitani della Congregazione di Mantova, alla vicina ch. parrocchiale, alla Villa Salviati, che accolse fra tanti distinti personaggi Galileo Galilei, alla magnifica villa di Bellosguardo del marchese Pucci, già de’Medici, a quella di Luciano degli Antinori, posta fra le Selve, il Malmantile e la Golfolina, ec.
Nella parte più angusta dello stretto di Golfolina esistono da gran tempo molte cave di pietra serena, consimile per grana, per colore e per uso a quella fiesolana, per cui viene adoperata per usi architettonici, e mediante l’Arno, o per l’Ombrone pistojese suo confluente all’ingresso della Golfolina, viene spedita per acqua a Firenze, a Pisa, Livorno, Pistoja e in varie altre città della Toscana.
Il dotto Giovanni Targioni – Tozzetti nell’esaminare la struttura delle rocce che costituiscono l’esterna ossatura dei monti di Artimino e della Gonfolina, e le cave di pietra serena ivi aperte da una remota età, osservò che la direzione delli strati è con la testata volta a grecale e la base a libeccio; che essi variano notabilmente fra di loro in altezza, in consistenza e in grossezza di grana, donde ne derivano essenzialmente macigni di qualità diversa.
In generale però la pietra arenaria della Gonfolina è di grana meno fine e meno uniforme di quella di Fiesole, racchiudendo bene spesso dei frammenti eterogenei, tanto del genere di altre pietre, quanto di fossili vegetabili, fra i quali il precitato naturalista riscontrò delle materie carbonizzate sotto l’aspetto di carbon fossile.
(TARGIONI Viaggi ec. T. I.)
Con la pietra di macigno alternano minori strati di schisto marnoso, ossia bisciajo.
Nella parte esterna del monte la pietra serena molte volte è rimpiazzata da strati di un conglomerato siliceo composto di piccole ghiaje di varia qualità e colori, la qual roccia avendo una figura consimile al legume chiamato cicerchia, dagli antichi litologi toscani fu appellata pietra cicerchina, corrispondente ad una pudinga , o grossolano conglomerato di arenaria.
Al pricipio dello stretto della Gonfolina ho detto che sbocca in Arno il fiume Ombrone pistojese, il quale dopo passato il Poggio a Cajano entra in un’angusta fora lambendo a destra i poggi di Artimino e di Comeana, mentre a sinistra rasenta le colline di Signa.
Vedere OMBRONE PISTOJESE.
La strada Regia pisana tracciata sulla sinistra ripa lungo il tortuoso alveo dell’Arno nella traversa della Gonfolina, fu resa carreggiabile, sotto il granducato di Francesco II, dopo la metà del secolo XVIII; giacchè nei tempi anteriori la via principale, conosciuta allora sotto il vocabolo di strada militare pisana , altrimenti detta di Malmantile, passava attraverso del monte davanti a quel castello che diede argomento al giocoso poema del Lippi, e ritornava sull’Arno (ERRATA : a San Miniatello presso Montelupo) sulla strada postale a Montelupo.
Non già che prima di allora non fosse stata aperta una strada sull’andamento a un di presso dell’attuale R. postale pisana.
Sì certo essa vi esisteva fino dal 1369, anno in cui la Signoria di Firenze conchiuse un trattato con il governo di Pisa, mercè cui fra i due popoli furono ristabilite le antiche franchigie delle respettive mercanzie; sicchè essendo stato riaperto ai legni e alle merci dei Fiorentini il Porto pisano, i senatori (dice l’Ammirato) per comodità de’mercanti dettero ordine di far la strada che passa per Golfolina lungo Arno, acciocchè i carri vi andassero comodamente.
Ma o gli ordini non furono eseguiti con troppa precisione, o con l’andare del tempo la strada della Golfolina tornò ad essere impraticabile dai carri più di quella selciata del Malmantile, siccome tale fu riscontrata dal prelodato Targioni Tozzetti nel 1742, quando disse:
“La strada per la quale io passai dalla Lastra a Montelupo è sufficientemente larga comoda e piana;
solo intorno alle Latomie della Golfolina è alquanto dirupata e impraticabile ai carriaggi;
ma con poca spesa si potrebbe ridurre usabile, e allora si farebbe assai meno scoscesa ed aspra dell’altra”.
-SUPPLEMENTO
GONFOLINA, o GOLFOLINA ecc.
Dove dice la strada militare pisana, altrimenti chiamata del Malmantile, ritornava sull’Arno a S. Miniatello , si legga, ritornava sulla strada postale Livornese a Montelupo.
In conferma poi di quanto asseriva l’Ammirato nella sua Storia fiorentina, che nel 1369 il governo per comodità de’ mercanti diede l’ordine di far la strada che passa per la Golfolina lungo l’Arno, il Gaye nel suo Carteggio di Artisti inedito, (Volume I. Appendice 2.°) riporta il sunto di una provvisione della Signoria in data del 6 agosto 1369, con la quale venne deliberato farsi la strada o via nuova prope flumen Arni et prope locum, cui dicitur la Pietra Golfolina, per quam cum curribus iri et rediri possit usque ad Montelupum.