Gonfolina
Macigno d'Arenaria posto tra la località La Lisca e Brucianesi lungo la statale 67, al Km 64,5.
A parere di geologi e archeologi contemporanei , la zona era in età Cenozoica
o Terziario (tra i 70-65 milioni d'anni fa, e l'uno o due milioni) un gran lago, che si allargava nella piana fino all'attuale Prato, Pistoia, Firenze.
L'enorme roccia, estendendosi oltre la riva opposta dell'Arno, si univa
al Montalbano e bloccava il corso dell'Arno verso il mare, allora molto vicino.
Antonio Ricci nelle "Memorie storiche del Castello e Comune di Carmignano" (1895), riporta, secondo tradizione, che lo sbarramento è forzato in epoca romana dall'uomo.
Pare più verosimile invece che col tempo l'erosione delle acque del fiume e l'innalzamento del fondo del lago per accumulo di detriti, abbia portato allo svuotamento del lago.
Un'epigrafe sul masso riporta il pensiero di Leonardo da Vinci sull'argomento, oggetto della sua attenzione:
"La Gonfolina, Sasso per antico unito co' Monte Albano in forma d'altissimo argine
il quale tenea ingorgato tal fiume in modo che prima che versassi nel mare era
dopo a' piedi di tal Sasso, componea due grandi laghi de' quali el primo è là
dove oggi si vede finire la città di Firenze insieme con Prato e Pistoia".
Il Masso della Gonfolina è stato al centro di racconti popolari e antiche leggende;
nella zona è conosciuto anche come Masso delle Fate.
Località già recensita nel Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di Emanuele Repetti, (1776 - 1852).