Lastrigiani ed ospiti illustri
Enrico Caruso acquista nel 1906, sulle colline Lastrigiane, l’odierna “Villa Bellosguardo”.
Era chiamata in quel tempo “Villa Campi”, dal nome della famiglia che nel 1858, l’aveva rilevata dai Pucci.
Nelle vicinanze di Firenze, zona nativa della compagna Ada Giachetti, l’artista possedeva già una residenza , comperata qualche anno prima.
La loro separazione, nel 1908, rischierà però di rompere sul nascere il rapporto fra Caruso e la nostra terra.
L’artista infatti, cercò in un primo tempo di vendere la villa; ma cambiata opinione, nel 1911 avviò grandi lavori di restauro interni ed esterni, che si protrassero fino al 1918.
In questo fu sollecitato anche dalle autorità locali, preoccupate per le difficoltà economiche in cui versava l’area lastrigiana, dove la lavorazione della paglia, scontava un momento di crisi del settore.
Gli interventi impegnarono oltre 200 persone, contribuendo a migliorare la situazione.
Villa Bellosguardo fu luogo di “riposo” e “rappresentanza” per il grande tenore.
Da ricordare infine in via Arione, accanto alla lapide che ricorda Dino Campana, quella relativa a Enrico Caruso.
Entrambi in soggiorno a Lastra tra il 1916 e il 1918, ebbero modo di conoscersi.
Enrico Caruso, soggiorno a Lastra
Enrico Caruso acquista nel 1906, sulle colline Lastrigiane, l’odierna “Villa Bellosguardo”.
Era chiamata in quel tempo “Villa Campi”, dal nome della famiglia che nel 1858, l’aveva rilevata dai Pucci.
Nelle vicinanze di Firenze, zona nativa della compagna Ada Giachetti, l’artista possedeva già una residenza , comperata qualche anno prima.
La loro separazione, nel 1908, rischierà però di rompere sul nascere il rapporto fra Caruso e la nostra terra.
L’artista infatti, cercò in un primo tempo di vendere la villa; ma cambiata opinione, nel 1911 avviò grandi lavori di restauro interni ed esterni, che si protrassero fino al 1918.
In questo fu sollecitato anche dalle autorità locali, preoccupate per le difficoltà economiche in cui versava l’area lastrigiana, dove la lavorazione della paglia, scontava un momento di crisi del settore.
Gli interventi impegnarono oltre 200 persone, contribuendo a migliorare la situazione.
Villa Bellosguardo fu luogo di “riposo” e “rappresentanza” per il grande tenore.
Da ricordare infine in via Arione, accanto alla lapide che ricorda Dino Campana, quella relativa a Enrico Caruso.
Entrambi in soggiorno a Lastra tra il 1916 e il 1918, ebbero modo di conoscersi.
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