San Martino Vescovo di Tours
Nasce da genitori pagani a Sabaria, l'odierna Szombathely in Ungheria, nel 316.
La famiglia successivamente si trasferisce a Pavia, (il padre è ufficiale nell'esercito romano) dove Martino trascorrerà l'infanzia ed ha i primi contatti con ambienti cristiani.
A 15 anni, spinto dal padre presta giuramento arruolandosi nell'esercito ; vi rimarrà per 25 anni.
Nel 356, al servizio di Flavio Claudio Giuliano nella campagna del Reno, durante il "donativum"(sovvenzione di denaro alle truppe) si vedrà accolta la richiesta di lasciare le armi.
Il celebre "miracolo del mantello", si colloca all'interno dell'esperienza militare.
Durante una sera di Novembre del 338, mentre era di ronda a cavallo nei pressi di Amiens, Martino s'imbattè in un uomo tremante per il gelo.
Gli diede allora metà della sua clamide, e dopo quel gesto...il tempo freddissimo si fece più mite...
Secondo quanto riportato nella "Vita Martini" dal discepolo Sulpicio Severo,la notte successiva all'episodio gli apparve in sogno Cristo con gli angeli, che gli restituiva la metà del mantello e diceva :
" ...Martino che è soltanto un catecumeno, mi ha coperto con questa veste..."
Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro …
Ne restò profondamente scosso, e nella Pasqua del 339 prende il battesimo.
Da allora, per quanto soldato, terrà un comportamento da cristiano esemplare.
(Il mantello miracoloso andrà a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi . Il termine latino per "mantello corto", cappella, indicherà le persone, “cappellani”, incaricate della conservazione …)
Lasciato il servizio militare, nel 356 si sposta in Francia a Poitiers, dove opera il vescovo Ilario, conosciuto durante la sua permanenza nell'esercito, e di cui ha grande ammirazione.
(Questi si era opposto all’imperatore Costanzo II, che voleva imporre ai vescovi occidentali la fede ariana, che non riconosceva la divinità di Gesù Cristo. Gli costerà l’esilio in Frigia, nell’Asia Minore, dal 356 al 360)
Ilario gli offre la carica di diacono, ma Martino accetterà solo quella d'esorcista, di grado minore; successivamente all’esilio di Ilario, fa un viaggio in Pannonia dai genitori, e passa anche per Milano.
Più tardi si ritira alla Gallinaria, un isolotto davanti ad Albenga già rifugio di cristiani durante le persecuzioni.
Di qui Martino torna poi in Gallia, dove riceve il sacerdozio dal vescovo Ilario, nel frattempo rimpatriato dal suo esilio.
Un anno dopo, nel 361, fonda col suo aiuto una comunità di asceti a Ligugé (dodici chilometri da Poitiers) probabilmente il primo monastero Europeo.
Secondo Sulpicio Severo, è da questo momento che inizia a fare i primi miracoli.
Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero loro vescovo, anche se alcuni chierici cercarono di opporsi all’elezione, per l’aspetto trasandato e le sue origini…
Martino inizia a promuovere la giustizia fra deboli e potenti,e conduce un intensa opera di evangelizzazione, portando il cristianesimo fra le popolazioni della Gallia occidentale.
Sorgono numerose chiese rurali e monasteri, tra cui quello di Marmoutier, che fu per qualche tempo sua residenza.
Un operosità che lo renderà il santo più popolare di Francia nell'antichità e nel Medioevo.
In questo periodo va ricordato anche l’aiuto dato a più riprese ai seguaci di Priscilliano in Spagna e Gallia ,cercando di evitarne la condanna.
(P. negava la resurrezione della carne..)
Martino morirà l’otto novembre 397 a Candes, che da allora si chiama Candes-Saint-Martin, dove si era recato per fare opera di conciliazione fra i chierici del luogo.
La tomba divenne oggetto di pellegrinaggi sin dal V secolo, quando Perpetuo vescovo di Tours compose, quale testimone oculare, una raccolta di undici miracoli postumi operati da Martino.
Il culto di Martino si diffuse immediatamente in modo notevole, tanto che il re Clodoveo lo proclamava un centinaio d'anni dopo la morte, patrono dei Franchi.
Riconosciuto santo subito dopo la sua morte,la sua festa si celebra l'11 novembre, giorno del funerale.
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San Martino è patrono di Lastra a Signa.
L'espressione popolare lastrigiana "L'estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino ", fa riferimento all'episodio del mantello.
Altre espressioni popolari della zona lastrigiana:
A San Martino ogni mosto è vino.
A San Martino si veste il grande e il piccino.
Data ultima modifica:
05 ottobre 2018