BRIG. |
Vada innanzi, favorisca. |
RUB. |
Tocca a lei, mi compatisca. |
BRIG. |
Le son serva. |
RUB. |
A lei, m'inchino. |
BRIG. |
Pare proprio un amorino. |
RUB. |
Tutta grazia e civiltà. |
a due |
Viva sempre la beltà.
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BRIG. |
Signor, nel vostro volto
Amor con dolce cura
Collocata ha dei cor la cinosura. |
RUB. |
Espressione bellissima,
Degna appunto di voi. |
BRIG. |
Serva umilissima. |
RUB. |
Chi sarà il fortunato
Che la grazia averà
Di possedere una sì gran beltà? |
BRIG. |
Finor mi ha vagheggiato
Un Conte titolato, e se non trovo
Presto un qualche partito più magnifico,
Con il Conte mi sposo, e mi mortifico. |
RUB. |
Non fo per dir, signora,
Ma certo in casa mia
Di titoli non evvi carestia. |
BRIG. |
E quai son questi titoli?
Dite: si può sapere? |
RUB. |
Eccoli qui, ve li farò vedere. (le mostra il libro de' privilegi)
(Con tal caricatura
Prevalere mi vuò dell'impostura). (da sé)
Ecco qui un marchesato
Che il padre mi ha lasciato.
Ecco, signora mia,
Ecco una baronia.
Ecco qui una contea, ma questo è niente:
Son di trenta città giurisdicente. |
BRIG. |
Ella è giurisdicente?
Ella è conte, e barone, ed è marchese?
Ella è molto onorevole.
La sua gran nobiltade è strabocchevole. |
RUB. |
Nell'oro e nell'argento
In casa mia si sguazza,
Si tripudia, si gode e si sollazza. |
BRIG. |
Mi ha detto il padre mio, cioè l'illustrissimo
Signor governatore,
Ch'ella di medicina era un dottore. |
RUB. |
Son medico, egli è vero,
Ma nol fo per mestiero.
Bramo di far spiccar l'abilità,
E medico ciascun per carità. |