Carlo Goldoni

Il mercato di Malmantile a.2° s. 7°


ATTO SECONDO

SCENA SETTIMA

Brigida e Rubiccone

BRIG.

Vada innanzi, favorisca.

RUB.

Tocca a lei, mi compatisca.

BRIG.

Le son serva.

RUB.

A lei, m'inchino.

BRIG.

Pare proprio un amorino.

RUB.

Tutta grazia e civiltà.

a due

Viva sempre la beltà.

 

BRIG.

Signor, nel vostro volto

Amor con dolce cura

Collocata ha dei cor la cinosura.

RUB.

Espressione bellissima,

Degna appunto di voi.

BRIG.

Serva umilissima.

RUB.

Chi sarà il fortunato

Che la grazia averà

Di possedere una sì gran beltà?

BRIG.

Finor mi ha vagheggiato

Un Conte titolato, e se non trovo

Presto un qualche partito più magnifico,

Con il Conte mi sposo, e mi mortifico.

RUB.

Non fo per dir, signora,

Ma certo in casa mia

Di titoli non evvi carestia.

BRIG.

E quai son questi titoli?

Dite: si può sapere?

RUB.

Eccoli qui, ve li farò vedere. (le mostra il libro de' privilegi)

(Con tal caricatura

Prevalere mi vuò dell'impostura). (da sé)

Ecco qui un marchesato

Che il padre mi ha lasciato.

Ecco, signora mia,

Ecco una baronia.

Ecco qui una contea, ma questo è niente:

Son di trenta città giurisdicente.

BRIG.

Ella è giurisdicente?

Ella è conte, e barone, ed è marchese?

Ella è molto onorevole.

La sua gran nobiltade è strabocchevole.

RUB.

Nell'oro e nell'argento

In casa mia si sguazza,

Si tripudia, si gode e si sollazza.

BRIG.

Mi ha detto il padre mio, cioè l'illustrissimo

Signor governatore,

Ch'ella di medicina era un dottore.

RUB.

Son medico, egli è vero,

Ma nol fo per mestiero.

Bramo di far spiccar l'abilità,

E medico ciascun per carità.

 



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