ATTO TERZO
SCENA PRIMA
Sala.
La Lena e Berto
LENA |
Via, lasciatemi stare,
Portatemi rispetto.
Certo, a vostro dispetto,
Sarò governatora. |
BER. |
Mi rallegro davver colla signora. |
LENA |
E porterò il mantò.
E con il velo andrò,
E colla cuffia in testa. |
BER. |
Parerà un bel galletto colla cresta. |
LENA |
Sì, signor, così è.
E chi vuoi grazie, ha da venir da me. |
BER. |
Quand'è così, signora mia garbata,
La prego di una grazia anticipata. |
LENA |
Che vorreste? |
BER. |
Vorrei, così per gioco,
La libertà di corbellarla un poco. |
LENA |
Questa è un'impertinenza.
Me la ricorderò,
Quando governatora un dì sarò.
Tu verrai dinanzi a me
Con rispetto ed umiltà.
Io, burlandomi di te,
Starò lì con gravità.
Mi dirai: «Servo, lustrissima».
«Ti saluto», io ti dirò.
Quella testa ignorantissima
Inchinarsi a me vedrò.
«Mi faccia grazia»:
«Grazie non fo».
«Sono a pregarla»:
«Va via di qua».
La Lena, poveretto,
Di te si riderà.
La Lena, a tuo dispetto,
Lustrissima sarà. (parte) |
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