Carlo Goldoni

Il mercato di Malmantile a.3° s. 4°


ATTO TERZO

SCENA QUARTA

Lampridio, poi la Lena

LAM.

Non so che voglia dire.

Tarda il Conte a venire,

E la figliuola mia

Per questa sua tardanza

Dice ch'è un cavalier senza creanza.

LENA

Signor governatore,

Vi cercano per tutto.

LAM.

E chi mi cerca?

LENA

Un notaro venuto da Firenze.

LAM.

Cosa vuole?

LENA

Non so.

LAM.

Quando mi parerà, l'ascolterò.

No carina, mi preme

Che stiam un poco a ragionar insieme.

LENA

Berto, quel disgraziato,

Testé mi ha corbellato.

LAM.

Quel briccone

Deve andare prigione.

Lo dico e lo professo,

Quando credessi di legarlo io stesso.

LENA

Ride, quando gli dico

Ch'esser io devo la governatora.

LAM.

Sì, lo vedranno or ora.

Subito che mia figlia è maritata,

Sarà Lena gentil da me sposata.

LENA

E mi farete un abito?

LAM.

Un abito da sposa, come va;

E andremo alla città,

E faremo le nozze in allegria;

E voglio, Lena mia,

Che si balli, si canti e che si suoni.

Voglio per la mia sposa

Invitare un'orchestra strepitosa.

 

Si ha da ballare, si ha da cantar,

Tutti i stromenti si han da sonar.

Voglio i violini, voglio i violoni,

Il violoncello vuò che si suoni,

Voglio il fagotto con l'oboè.

(Dopo il suono di questi strumenti, si sentono i corni da caccia)

Questi stromenti non fan per me.

Viole e violini fan giubilar:

Tutta l'orchestra si ha da sonar. (parte)

 



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