ATTO TERZO
SCENA OTTAVA
Lampridio e detti.
LAM. |
Figlia, figlia. |
BRIG. |
Signore. |
LAM. |
Ah, son perduto.
Un notaro è venuto,
E un ordine ha portato
Che dal governo mio mi ha discacciato. |
BRIG. |
Codesta è un'insolenza. |
LAM. |
Figlia, vi vuol pazienza;
Andarsene bisogna. |
BRIG. |
Ah, il rossore mi copre e la vergogna. |
LAM. |
E voi, signor dottore,
Signor operatore,
Al governo accusato,
Vi han bandito, voi pur, da tutto il stato. |
RUB. |
A me tal disonore?
Mi han bandito? Perché? |
LAM. |
Per impostore. |
RUB. |
Orsù, non vi smarrite;
Ambi meco venite;
Vivremo unitamente
Alle spalle de' gonzi allegramente. |
LAM. |
Figlia mia, cosa dite? |
BRIG. |
Signor, cosa pensate? |
LAM. |
Brigida, in verità,
Le cose anderan male.
Farò quel che farà
La mia collaterale. (parte) |
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