Missione in Sri-Lanka - 10 marzo 2005
Appunti di viaggio
10 Marzo 2005
Per lavorare, per mangiare, per ogni uso, insomma, Mario ha fatto un tavolone con tre pancali ed il palconcello portato dall’Italia.
Oggi dobbiamo scaricare delle materie pesanti, (generatore e potabilizzatore), che in Italia non avrebbero rappresentato nessun problema, ma qui, solo con forza umana, diventa un problema.
Cerco nella memoria qualcosa che ci possa aiutare, e mi ricordo del piano inclinato.
Immediatamente si libera il tavolone e da bravo carpentiere, con l’aiuto di alcuni operai, modifico il tavolo, trasformandolo in piano inclinato.
Dopo lo scarico, si rimodifica e torna ad essere il nostro tavolone da lavoro.
La Grazia, intanto comincia a preparare i neon ed a organizzare il campo.
Francesco e Mario, infaticabili, intanto continuano a stendere tubi e fili, preparando le cannelle ed i punti luce per la zona delle baracche.
Hanno già piazzato 2 serbatoi e molti metri di tubi e cavi. Dopo varie prove, non molto soddisfacenti, per il pranzo decidiamo di usare quello che io e Grazia avevamo portato da casa e così oggi pasta al pomodoro.
Siamo andati a fare visita ad un altro italiano che sta costruendo un altro villaggio, si chiama Roberto ed è di Padova.
Ci ha messo un po’ sulla retta via e ci ha invitato a cena da altri amici suoi che hanno un ristorante italiano;
in questa cena abbiamo parlato a lungo e ci siamo confrontati sulle nostre idee, sulla sua esperienza e sui pericoli esistenti facendo certe attività edili.
Ci ha anche raccontato della sua esperienza personale di sopravvissuto dallo tsunami, e tornando in albergo ci ha fatto vedere il punto esatto e l’angolo del fabbricato che lo ha salvato.
Sempre a proposito dello tsunami, oggi siamo andati a vedere il “treno della morte”, che si trova a circa 1 km. da Telewatta.
Sul treno, spazzato via dall’onda insieme alla ferrovia, sono morte più di 200 persone e la maggioranza per una tremenda fatalità.
Alla prima onda, piccola, sono fuggiti verso l’interno, il treno si è bloccato e moltissimi di loro sono montati sopra pensando di ripartire.
Ma il treno non poteva ripartire e alla seconda ondata sono tutti annegati o schiacciati.
Gli altri sono saliti sui tre o quattro vagoni rimasti, io no, troppa morte dentro le carrozze che saranno lasciate come monumento allo tsunami.