Firenze, portico degli Uffizi
Politico fiorentino
Data di nascita non conosciuta - Morto nel 1264
Farinata è l’appellativo di Manente degli Uberti esponente di nobile famiglia fiorentina di parte ghibellina.
Salvò Firenze da distruzione certa in occasione della dieta di Empoli.
Dante Alighieri, notoriamente di parte guelfa, distinse il giudizio politico dalla grande stima per lui, e lo cita nel 10° canto dell’Inferno.
Visse in Firenze nei prime decenni del XIII secolo.
Questo fu periodo tormentato da discordie interne tra sostenitori papali (Guelfi), e dell'imperatore (Ghibellini), di cui Farinata faceva parte.
Già nel 1239 Farinata fu capo della consorteria di parte ghibellina svolgendo un ruolo attivissimo contro la parte avversa.
Grazie all’appoggio dell'imperatore tedesco Federico II i Ghibellini presero il potere in Firenze cacciando i principali capi Guelfi dalla città ( 1248).
Nel dicembre 1250 alla morte dell’imperatore Federico II i guelfi insorsero, richiamarono i fuorusciti e costituirono un governo detto di "primo popolo".
Contro il nuovo governo guelfo cospirarono i ghibellini d’accordo con Manfredi, ma la congiura fu scoperta.
Vi furono condanne a morte e la cacciata dalla città delle principali famiglie ghibelline tra cui quella degli Uberti, che ripararono a Siena. (1258).
Farinata fu poi fra gli artefici della rivincita della sua fazione il 4 settembre 1260 nella battaglia di Montaperti , nella quale i guelfi furono sconfitti.
I ghibellini si riunirono successivamente nella dieta di Empoli, e nell’occasione discussero la sorte da riservare agli esponenti guelfi e alla città di Firenze.
Pisani e Senesi avanzarono la proposta di distruggere Firenze; Farinata si oppose facendo ritirare la mozione e dimostrando il suo amor di Patria.
Morì nel 1264 a Firenze, due anni prima della battaglia di Benevento che segnò il definitivo tramonto della potenza sveva in Italia, dei ghibellini in Firenze e il rientro dei Guelfi in città.
Nel 1283, diciannove anni dopo la morte, Farinata e sua moglie furono accusati di eresia dal prete inquisitore lucchese Fra Salomone.
(Secondo la tesi del presunto rifiuto della supremazia religiosa della Chiesa, professato dai Ghibellini.
In realtà costoro ne rifiutavano l’ingerenza politica, volendo una divisione fra potere spirituale e temporale.)
Le loro ossa, sepolte nella chiesa di Santa Reparata furono riesumate e i loro beni confiscati agli eredi.
Data ultima modifica:
02 ottobre 2018
Farinata Degli Uberti
Politico fiorentino
Data di nascita non conosciuta - Morto nel 1264
Farinata è l’appellativo di Manente degli Uberti esponente di nobile famiglia fiorentina di parte ghibellina.
Salvò Firenze da distruzione certa in occasione della dieta di Empoli.
Dante Alighieri, notoriamente di parte guelfa, distinse il giudizio politico dalla grande stima per lui, e lo cita nel 10° canto dell’Inferno.
Visse in Firenze nei prime decenni del XIII secolo.
Questo fu periodo tormentato da discordie interne tra sostenitori papali (Guelfi), e dell'imperatore (Ghibellini), di cui Farinata faceva parte.
Già nel 1239 Farinata fu capo della consorteria di parte ghibellina svolgendo un ruolo attivissimo contro la parte avversa.
Grazie all’appoggio dell'imperatore tedesco Federico II i Ghibellini presero il potere in Firenze cacciando i principali capi Guelfi dalla città ( 1248).
Nel dicembre 1250 alla morte dell’imperatore Federico II i guelfi insorsero, richiamarono i fuorusciti e costituirono un governo detto di "primo popolo".
Contro il nuovo governo guelfo cospirarono i ghibellini d’accordo con Manfredi, ma la congiura fu scoperta.
Vi furono condanne a morte e la cacciata dalla città delle principali famiglie ghibelline tra cui quella degli Uberti, che ripararono a Siena. (1258).
Farinata fu poi fra gli artefici della rivincita della sua fazione il 4 settembre 1260 nella battaglia di Montaperti , nella quale i guelfi furono sconfitti.
I ghibellini si riunirono successivamente nella dieta di Empoli, e nell’occasione discussero la sorte da riservare agli esponenti guelfi e alla città di Firenze.
Pisani e Senesi avanzarono la proposta di distruggere Firenze; Farinata si oppose facendo ritirare la mozione e dimostrando il suo amor di Patria.
Morì nel 1264 a Firenze, due anni prima della battaglia di Benevento che segnò il definitivo tramonto della potenza sveva in Italia, dei ghibellini in Firenze e il rientro dei Guelfi in città.
Nel 1283, diciannove anni dopo la morte, Farinata e sua moglie furono accusati di eresia dal prete inquisitore lucchese Fra Salomone.
(Secondo la tesi del presunto rifiuto della supremazia religiosa della Chiesa, professato dai Ghibellini.
In realtà costoro ne rifiutavano l’ingerenza politica, volendo una divisione fra potere spirituale e temporale.)
Le loro ossa, sepolte nella chiesa di Santa Reparata furono riesumate e i loro beni confiscati agli eredi.
Data ultima modifica:
02 ottobre 2018