MAR. |
Serva di lor signori. |
LAM. |
Schiavo, padrona mia. |
BRIG. |
Con un tributo
D'ossequioso rispetto io la saluto.
Chi è di là? da sedere. |
MAR. |
Signor, bramo un favore... (a Lampridio) |
BRIG. |
Io son la figlia del governatore. |
MAR. |
Seco me ne consolo. |
BRIG. |
È compitissima
Favorisca seder. Serva umilissima. |
LAM. |
(Gran figliuola!) (da sé) |
MAR. |
Perdoni... |
BRIG. |
Favorisca sedere, e poi ragioni. (siede) |
MAR. |
Vorrei, con permissione
Della di lui figliuola,
Con il padre parlar da solo a sola. |
BRIG. |
È ver che l'illustrissimo
Mio signor genitore
Di qui è il governatore,
Ma s'egli è il principale,
Nel governo son io collaterale. |
LAM. |
Certo, la mia figliuola
Fa tutti i fatti miei;
Chi vuol meco parlar, parli con lei. |
MAR. |
Dunque alla sua presenza
Svelerò le cagioni... |
BRIG. |
Favorisca sedere, e poi ragioni. (siede) |
LAM. |
(Che tu sia benedetta!
Che nobile maniera!
È propriamente una ceremoniera). (da sé) |
MAR. |
Voi sapete, signori,
Che l'amore e il timor son due gemelli. |
BRIG. |
Favorisca il suo nome, e poi favelli. |
LAM. |
Brava! |
MAR. |
Io son la Marchesa
Giacinta di Bel Poggio,
Vedova di pochi anni, a cui la fede
Diè il Conte della Rocca,
E dev'essere il Conte a me marito. |
BRIG. |
Basta, signora mia, basta, ho capito. (s'alza)
Il Conte della Rocca,
Con sua buona licenza,
Diede a un'altra beltà la preferenza.
Una sposa averà pregievolissima,
E la sposa son io. Serva umilissima.
Marchesina vedovella,
Siete cara, siete bella,
Ma vi manca un non so che,
Che ritrova il Conte in me :
Un'aria nobile,
Un vezzo amabile,
Un occhio tenero
Che in voi non vi è.
Se lo sperate,
Voi v'ingannate.
Non vi è pericolo.
Conosce il merito;
Quel cor amabile
Tutto è per me. (parte) |