Il mercato di Malmantile a.1° s. 12°
ATTO PRIMO SCENA DODICESIMA Rubicconee detti, poi la Lena, poi Berto RUB. Mia signora, a voi m'inchino. Vi son servo, o mio signor. Che bel volto peregrino! Mi ha ferito in seno il cor. BRIG. (Ecco di una beltà gli usati frutti. Tutti restano presi; incanto tutti). (da sé) LAM. Che dite di mia figlia? RUB. La miro, e nel mirarla io mi confondo. La più bella di lei non vidi al mondo. BRIG. Effetto della grazia, Che perviene da lei pregevolissima. RUB. Anzi merito suo. BRIG. Serva umilissima. LAM. Che ne dite? (a Rubiccone) RUB. È un incanto. LAM. (Ma non sapete ancora, Che gran pezzo ella sia di virtuosa! Domandatele un poco qualche cosa). (da sé) RUB. Signora, io mi consolo Di vedere una giovane Sì bella e virtuosissima. Mi rallegro davver. BRIG. Serva umilissima. LAM. (Domandatele un poco Di legge, medicina, o matematica: Sentirete che in tutto è donna pratica). (da sé) RUB. Sa ancor di medicina? (a Brigida) BRIG. Ne so quanto conviene. RUB. Saprà da che proviene La febbre, l'emicrania e l'etisia. LAM. Presto, figliuola mia, fatevi onore. BRIG. La febbre, mio signore, Vien dall'alterazione; Lo sputo è la cagione Dell'etisia funesta. Vien l'emicrania dal dolor di testa. LAM. Ah? Che dite? RUB. Bravissima! Non si può far di più. BRIG. Serva umilissima. RUB. Si conosce, si vede, si sa Di quel volto la rara beltà, Ma del bello si apprezza ancor più La famosa stupenda virtù. LAM. Ma del bello si apprezza ancor più La famosa stupenda virtù. BRIG. Quel ch'io sono, signore, lo so, Ma di questo vantarmi non vuò. Non è facil trovare oggidì Una donna che parli così. LAM. Non è facil trovare oggidì Una donna che parli così. RUB. Sì, lo dico: voi siete un incanto. LAM. È un incanto mia figlia davver. BRIG. Il sapere fu sempre il mio vanto. LAM. Il suo vanto fu sempre il saper. a tre Se si ricercano Del mondo i termini, No, non si trovano Di tali femmine, Che quando parlano, Diano piacer. BRIG. Voi siete un gran dottore, Lo riconosco affé. LAM. Un uom del suo valore Fra gli uomini non c'è. RUB. Un uomo di buon core Ritroverete in me. BRIG. Siete voi nobile? LAM. È nobilissimo. BRIG. Siete voi ricco? LAM. Egli è ricchissimo. RUB. Per la mia nascita, Per il mio merito, Io son notissimo Per le città. a tre Viva il sapere, Viva il potere, Viva la scienza, La nobiltà. LENA La gallina gli vengo a portar, Che stamane voleva comprar. LAM. Sì, carina, mi fate piacer: La gallina lasciate veder. BRIG. Quella donna si faccia partir: Contadine non posso soffrir. LENA Che gran nobiltà. RUB. Partite di qua. LENA Non voglio partir. LAM. Lasciatela star. BRIG. Non voglio soffrir. RUB. Non vuol sopportar. LENA Lasciatemi star. BER. Dell'ova fresche chi vuol comprar? BRIG. Quest'altro villano Sen vada di qua. BER. Volete dell'ova? (a Lampridio) LAM. Ritirati in là. BER. Dell'ova, signore. (a Rubiccone) RUB. Non fanno per me. BER. Son freschi, signora. (a Brigida) BRIG. Non parlo con te. LENA Non far che si offenda La sua nobiltà. (a Berto) BRIG. Ciascuno m'intenda: Partite di qua. LENA }a due Io voglio star qua. BER. BRIG. }a due Partite di qua. RUB. LAM. Fermatevi qua. (alla Lena) LENA }a tre Qua, qua, qua. BER. LAM. BRIG. a due Qua, qua, qua. (burlandoli) Partite di qua. RUB. LENA Chi vuol piccioni? BRIG. a due Che villanacci! RUB. BER. Chi vuol dell'ova? BRIG. }a due Che insolentacci! RUB. LAM. Ma non gridate, Ma non strillate, Ma state zitti, Per carità. TUTTI Non posso stare, Non vuò crepare. Che impertinenza, Che prepotenza! Quest'insolenza - si finirà. (partono)