Si racconta che... Giochi e penitenze (Tratti da un libro edito nel 1890, purtroppo non è rilevabile l''autore)

Il beccalagio


E’ un gioco antichissimo, sembra addirittura greco o romano ed è molto simile al gioco della Moscaceca, derivazione recente del nostro gioco.

Si deve giocare in una stanza vuota, in un androne od in un cortile, ma che non ci siano intoppi per potersi muovere.

Si benda il prescelto dalla sorte, si porta nel mezzo del campo di gioco prescelto, e l’accompagnatore gli dice “ che sei venuto a fare in piazza ?
“ e gli assesta un colpo sulla spalla, la parola passa al bendato che così risponde “ a beccare l’aglio “, e si prende un’altra pacca sulla spalla, con il motteggio “o beccati codesto”.

Ed il gioco comincia ora, che il bendato cercherà di acchiappare, anche solo sfiorandolo, uno dei giocatori che saranno intorno e dentro il campo di gioco.

Quando il bendato sentirà di aver toccato griderà “ L’ aglio “ e la sua parola non può essere messa in discussione.

Il vero modo di giocare, sarebbe quello di mettersi una pentola in testa e non la benda, ma le mamme disponibili a cedere uno strumento essenziale della propria cucina, non ci sono più e quindi dobbiamo accontentarci dei fazzoletti.

Dimenticavo, chi viene beccato, prende il posto del bendato e si ricomincia, non ci sono limiti di tempo o di penitenze, ma si sa, ognuno può inventarsi tutti i limiti possibili, come nella vita.




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