La berlina
L’inverno era una stagione difficile e far stare in casa i bambini, forse, era una cosa ancora più complicata.
Ma come si dice “ il bisogno aguzza l’ingegno” e così ecco un gioco semplice, per il quale non occorre attrezzatura ma solo orecchi resistenti.
Si fa la conta,con una delle solite filastrocche e , scelto un bambino, si matte a sedere in un angolo della stanza, con gli occhi verso l’angolo e tutti gli altri giocatori dietro, anche loro a sedere.
Una volta per uno e per alzata di mano, ogni bambino dovrà dire il difetto, per lui più rilevante, che contraddisdingue l’amico che sta di spalle; ma non dovrà pronunciarsi lui, bensì dirlo all’orecchio del Capogioco che lo riferirà a voce alta a tutt o il gruppo.
Ogni difetto, sarà preceduto dalla formula “ Tu sei alla berlina perché …….”.
Dopo che tutti avranno espresso il loro giudizio, il beffeggiato chiamerà a sostituirlo non qualcuno indicandolo per nome, ma dicendo “ venga a sostituirmi quello che ha detto che io ….”.
E così si va avanti per pomeriggi interi; ogni gioco, serviva per insegnare regole di vita oltre che per divertire.
Questo, per esempio , serviva (e senz’altro servirebbe, forse più agli adulti che ai bambini) per conoscere e cercare di correggere i propri difetti, che assai spesso non abbiamo il coraggio di vedere, ma soprattutto, non abbiamo il coraggio di intervenire.