G. D'Annunzio, Il piacere del cibo
Il piacere, Mondadori, 1990, pp. 152, 239
Pareva che tutti i confusi elementi accumulati in fondo a lui, ora combinati con la disposizion particolare della volontà, si trasformassero in pensieri con lo stesso processo per cui la digestione stomacale elabora i cibi e li cangia in sostanza del corpo.
[ ... ] Hai mangiato mai - diceva il Barbarisi allo Sperelli - certe confetture di Costantinopoli, morbide come una pasta, fatte di bergamotto, di fiori d'arancio e di rose, che profumano l'alito per tutta la vita?
La bocca di Giulia è una confettura orientale.
Fabiola Bini
Letizia Frattuzzi
Cristina Gallerini
Anna Vassallo