Savonarola - Bruciamenti delle vanità
E si arrivò al carnevale del febbraio 1497.
Considerato da Savonarola una festa pagana, fu trasformato dal frate in festa religiosa.
Alla baldoria per le strade con maschere, scherzi, canzoni oscene e l’accensione di piccoli fuochi come voleva la tradizione, subentrarono i “ragazzi di S. Marco”.
Opportunamente addestrati, entrarono nelle abitazioni sequestrando libri, oggetti di lusso, abbigliamento femminile, strumenti musicali, ecc.
Si alzò altro fuoco: i “bruciamenti delle vanità”.
Altri ragazzi andavano agli angoli delle strade erigendo tabernacoli, cantando salmi e chiedendo, spesso pretendendo muniti come erano di bastoni, elemosina per i poveri.
Vennero perseguiti giocatori, sodomiti, bestemmiatori, così come chiunque facesse ingiuria a Savonarola; era la manifestazione del puritanesimo fiorentino.
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(subentrarono i “ragazzi di S. Marco”) Savonarola con l’assistenza di fra Domenico da Pescia, organizzò un piano di rieducazione dei ragazzi dai sei ai quindici anni.
Alla fine dell’insegnamento venivano divisi in squadre con il compito di censurare comportamenti contrari alla religione e alla morale, aiutare i poveri, ecc.
Le trasgressioni gravi venivano punite con pene corporali da speciali tribunali, gli incorreggibili espulsi.
Data ultima modifica:
05 ottobre 2020